Continua a peggiorare la situazione dell’ecosistema planetario a causa dellacrisi climatica-ambientale. Il mese di gennaio del 2023 è stato il terzo più caldo in Europa da sempre, mentre in altre parti del mondo si sono verificati eventi estremi, con laprosecuzionedella fusione dei ghiacci in Antartide. IlCopernicus Climate Change Service(C3s), parte del programmaCopernicusdell’Unione duropea, hapubblicatol’ultimo bollettino mensile sui cambiamenti globali della temperatura superficiale dell’aria, nell’estensione del ghiaccio marino e quelli intervenuti nelle variabili idrologiche. Grazie alle immagini provenienti dalle navi, aerei, satelliti e stazioni meteorologiche predisposte dalle autorità europee, è stato rilevato che il mese di gennaio del 2023 è stato 2,2 gradi più caldo in Europa rispetto alla media europea del periodo 1991-2020. La vicedirettrice delC3sSamantha Burgess hadichiaratoche «molti di noi hanno assistito alle temperature eccezionalmente calde di fine anno. Sebbene il mese di gennaio 2023 sia stato un fenomeno eccezionale, queste temperature estreme rimangono un’indicazione tangibile deglieffetti di un cambiamento climaticoper molte aree del Pianeta e possono essere interpretate come un ulteriore avvertimento riguardo a futuri eventi estremi. È indispensabile che le parti interessate a livello globale e regionale agiscano rapidamente per mitigare l’aumento delle temperature globali». In gran parte del continente europeo le temperature dell’aria sono state superiori alla media, con manifestazioni record nella regione dei Balcani, nell’Europa orientale e nelle isole Svalbard. Anche nei territori statunitensi, canadesi, messicani e in una fascia da sud-est a nord-ovest della Russia occidentale si sono registrate anomalie rispetto al passato. Mentre al contrario, in altre parti del mondo, si sono verificati eventi in senso opposto, con temperature inferiori alla media in Australia, in Afghanistan, in Pakistan e in altri territori collegati. Nella città russa di Dzhalinda, in Siberia, si è registrato uncrollodella temperatura fino -62,1 gradi. Preoccupa la diminuzione dell’estensione del ghiaccio marino antartico, che sempre nel gennaio del 2023 ha visto un calo del 31% rispetto alla media, ponendosi fra i maggiori record negativi di sempre. Invece l’estensione del ghiaccio marino del polo artico ha registrato un calo del 4% rispetto alla media, con unadiminuzionepiù forte nel Mare di Barents e nella regione delle Svalbard. Con il continuoaumentodelle emissioni a livello globale, questi trend peggioreranno nei prossimi anni. Nonostante i piani di mitigazione annunciati e promessi dalle varie nazioni in seguito all’Accordo di Parigi, il mondo rimane sulla rotta per unaumentodi 2,5/3 gradi delle temperature globali entro il 2100.
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