Categories: Diritti

Rompere le bolle

 

L’appuntamento più atteso della serata inaugurale del Festival di Sanremo è stato ilmonologo lungamente annunciatodiChiara Ferragni. Una piccola premessa, a latere del discorso: dovremmo interrogarci come collettività molto a fondo sulperché la presenza delle donne debba costantemente essere motivata e giustificata. Perché le loro parole debbano avere dieci strati di lettura, debbano contenere messaggi importanti e una intrinseca pesantezza emotiva.Perché debbano, come si dice in gergo, “arrivare”. È come se non bastasse mai, nemmeno per quelle donne privilegiate i cui piedi calcano il palco più blasonato d’Italia nella manifestazione più nazional popolare che esista. Le donne,fintamente denominate co-conduttrici, paiono avere unaprecisa funzione catarticaper il pubblico sonnolente dentro e fuori lo schermo, quella di mostrare che bisogna guadagnarsi persino l’esser guardate. Essere belle, ma soprattutto brave.Però belle, in prima battuta. Dimentichiamoci per un momento la spinta progressista che vuole le vallette avere altro scopo (perché anche a Sanremole poltrone che contano sono occupate dalle terga dei maschi, dalla direzione artistica al Cda) e riflettiamo insieme sui tre appuntamenti retorici cheusano – ma solo per un attimo – la voce delle donneper incanalarla in un megafono che fa sentire tutti al riparo. Se Ferragni nella sua lettera a se stessa ha parlato sostanzialmente della sua vita e del non sentirsi abbastanza, Egonu e Francini – secondo le notizie trapelate fin qui – porteranno all’Aristondiscorsi sul razzismo, l’amore senza etichette e i diritti umani. Perché si sa, delle donne è la cura e la pedagogia, masolo se e quando gli uomini decidonoche sia il momento di passar loro il microfono. Ha detto benissimo l’anno scorso Ferilli, in un discorso femminista dall’inizio alla fine: “ma perché la mia presenza deve essere per forza legata a un problema?”. Una lezione potentissima sul ruolo che ci è stato affidato e su ciò chequando non c’è più speranza viene dato in mano alle donne.Parlare di temi rischiosi quando è rischioso farlo, il potere a doppio taglio di dover risvegliare coscienze sopite e il peso ingombrante del silenzio di azioni che arriverà quando le luci del palco si spegneranno. Il vuoto che rimane quando cala il sipario. Eppure, ieri sera milioni di persone sono state incollate dall’attesa di Ferragni e del suo monologo. Da un punto prettamente tecnico,il brand Ferragni funziona esclusivamente dentro un formato story, con la camera rivolta verso se stessa e con l’aiuto di una sapiente strategia commerciale. Fuori da quel cerchiosono immediatamente evidenti le falle del brand, non della persona, nonostante gli sforzi di reiterare il detto formato. Chiunque sarebbe stata emozionata in un momento come quello e probabilmente a chiunque sarebbe tremata un po’ la voce. Questa autenticità e questa semplicità, però,le ho trovate vincentianche fuori dal contesto digitale in cui siamo abituate a inscriverla. No,il monologo non era ben scritto. No, non aveva una durata plausibile. E no,non basta un compendio ragionato di dieci keyword femministeda inserire qui e là a renderlo degno. Ma il punto è esattamente questo. Cosa ci aspettavamo da Ferragni? Ferragni non è femministanonostante mandi messaggi e compia talvolta azioni che possono definirsi così. Perché se lo fosse, l’incipit del suo discorso avrebbe contenuto la keyword più importante di tutte:privilegio. Ferragni non è femminista nonostante si faccia portavoce di temi femministi perchéil brand Ferragni ha necessità di insinuarsi in alcuni cluster di target ancora in bilico, in cui certe keyword pesano più di altre. Ma se ci aspettavamo un messaggio politico e delle azioni politiche da Ferragni a Sanremosiamo noi a commettere delle fallacie logiche. La retorica tanto cara al Ministero del Merito del “se vuoi ce la fai” (guarda caso, la stessa largamente ostentata dal sogno capitalista americano e, per traslato, dalle destre iper produttiviste nostrane) non funziona per tutte e tutti perché non possiamo non contemplare l’eredità di condizioni sociali ed economichediseguali sulla linea di partenza. Questa linea di pensiero presta il fianco al sillogismo conseguente, quello del “se non ce la fai è perché non ti sei impegnata” ed è terrificante che sia proprio una donna, privilegiata, a diventarne megafono. Indovinatea quanta gente, lì fuori, tornerà utile questo discorso. Immaginate dove sarà gerarchicamente seduta rispetto a voi. Eppure, di nuovo, cosa ci aspettavamo? Di diverso dalla Chiara bambina che sentiva di non farcela e poi invece sì, di diverso dalla “gioia più grande” – i figli – e gli stessi, che diventano improvvisamente giudici del suo operato non solo di madre, ma di persona a se stante. La dicotomia necessaria del sapersicompleta, e giusta, e risolta solo se il sacro materno si impossessa finalmente di te. Ho avutosentimenti molto contrastantidurante il suo lunghissimo discorso e non solo perché fosse scritto decisamente male. Mi ha fatto tenerezza quel suo rivendicarne l’autorialità, come se si aspettasse un “brava” alla fine. Perchéè riuscita a infantilizzarsi da sola senza nemmeno saperlo, alla strenua ricerca di quellavalidazione esterna(e maschile) da cui tutte cerchiamo di liberarci. Ferragniha materializzato in 3D la nemesi esatta del concetto di autodeterminazione pensando di fare il contrario. Gli applausi dell’Ariston e un certo giubilo che è scorso attraverso le piattaforme social ci dicono che sì,è solo ancora questo il femminismo che può passare. Questoqualcosa-washingpredigerito efacilmente assimilabile da chiunque, molto rosa e molto luccicante che ripone nelle responsabilità del singolo il successo o la caduta di un intero genere. La lacrima sospinta e il magone tenuto fino alla fine checome collettività ci impongono di empatizzareperché – ed ecco che ritorna il mostro – oltre che bella, e ricca, è anche brava.Senti che cose importanti che dice. Se lo merita di stare dov’è. Ecco, Sanremo continua a essere Sanremo e sarà Sanremo per sempre.E Sanremo non è la nostra bolla, non lo è mai stata. Lo guardiamo nella disperazione che ci porta a sognare che passi qualcosaattraverso,nonostante il suo incrollabile esser Sanremo, cercando di illuderci che il dentro delle bolle per osmosi passi anche fuori. Maqueste bolle bisogna infrangerlee smettere di esser schizzinose se ogni micro tassello non si incastra esattamente dove avremmo dovuto perché questo è sicuramente uno dei grandi problemi che ci spinge continuamente indietro. Ferragni avrà il merito diaver annacquato un dibattito affinché deflagrasse al di fuori, sarà lei a esser ricordata per aver reso pop e mainstream certe istanze,di sicuro sarà criticata – e ferocemente– perché i tasselli sono sparsi in giro in disordine. Eppure sono fuori. Sono sul palco dell’Ariston.Sta a noi capire se ci basta o no, tenendo bene in mente il jingle e smettendo di aspettarci che i più fiammeggianti dei nostri desiderisiano esauditi dalla fata madrina di turno.

Redazione

Share
Published by
Redazione

Recent Posts

In pensione senza aver mai versato contributi, l’INPS ti regala gli anni necessari per l’assegno | Verifica nel cassetto previdenziale

Versare i contributi? Sembra ormai essere acqua passata, adesso l'INPS te li regala come un…

3 ore ago

La Danimarca si scusa per gli abusi sulle persone con disabilità

  «A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole…

6 giorni ago

Natalità: -1,1% nei primi 4 mesi del 2023

  A poco più di un mese dagliStati Generali della Natalità, lasituazione demografica italiananon sembra…

6 giorni ago

Biodiversità: Italia è quinta in Europa per numero di ricerche scientifiche

  Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. È questo il tema scelto quest’anno per la Giornata…

6 giorni ago

Ogni 2 minuti una donna muore per gravidanza o parto

  Una donna muore ogni due minuti per complicanzelegate al parto e alla gravidanza. Lo…

6 giorni ago

Bologna: l’arte di Jago, Banksy e TvBoy approda in città

  Dall’11 novembre al 7 maggio 2023,Palazzo Albergati a Bolognaospita la mostraJago, Banksy, TvBoy e…

6 giorni ago