Possono lescuole italiane trasformarsi in laboratori di innovazioneed efficienza energetica? Dallecomunità energetichealletecnologie a idrogeno, da nuovi sistemi antisismici sino all’implemento dell’intelligenza artificiale, oppure ad ammodernamenti che passano perristrutturazioni termiche all’avanguardia, lescuoleitaliane grazie a fondi delPnrr, contributi regionali e investimenti vari,provano a trainare il futuro degli edifici pubblici italiani. A oggi, ricorda un recentereport di Legambientesul patrimonio edilizio e i servizi delle istituzioni scolastiche,gli istituti italiani sono poco efficienti dal punto di vista energetico: appena il4,2% è nella classe energetica A, mentre il 74,8% è fermo nelle ultime tre, di cui il39% in quella peggiore (G). Eppure le scuole dove oggi studiano i giovani italiani hanno una enorme potenzialità: se si installassero pannelli solari in tutti i 40.000 edifici attivi in Italia (con almeno 20 kW di fotovoltaico) si riuscirebbe infatti in breve tempo a produrre energia pari al fabbisogno di oltre 400.000 famiglie. Leamministrazioni comunalistanno quindi iniziando a trasformare quello che per ora un potenziale su carta in realtà: il78,9% dei Comuni è infatti interessato allo sviluppo di comunità energetiche nelle scuolee ad altri percorsi di innovazione. Fra le prime a inizio anno a intraprendere questa rotta c’è stata laCittadella scolastica Domenico CarnovalediSan Nicola da Carissa, inCalabria. In questo istituto comprensivo di scuola materna, elementari e medieè appena nata infatti la Comunità energetica rinnovabile e solidaleCritaro,composta dal Comune e da 30 famiglie: grazie a un sistema di accumulo e pannellifotovoltaicisopra il tetto della scuola, in Paese si potrà condividere l’energia e risparmiare in bolletta. Da nord a sud sono diversi i plessi scolastici interessati a diventare comunitàma fino a oggi la burocrazia ha spesso ostacolato la creazione di progetti concreti e per ora la maggior parte degli istituti sta montando o usufruendo di pannelli fotovoltaici sui tetti. Chi invece sta innovando con quello che è stato definito come “uno dei primi esperimenti nel suo genere in Europa” è l’istitutoMeuccidi CarpiinEmilia Romagnadove è in fase di realizzazione unimpianto di riscaldamento a idrogeno per la palestra. Si tratta di un sistema di generazione del calore costituito da unacaldaia alimentata a gas idrogeno e agevolato a sua volta da un impianto fotovoltaicoposto sulla copertura della palestra. Tra le montagne marchigiane, aSmerillo, una terra in passato colpita dai terremoti, grazie a fondi regionali puntano invece a innovare l’edificio scolastico dal punto di vista strutturale eantisismicoe a ottenere la certificazioneNzeb(Nearly Zero Energy Building), ovvero a consumo energetico quasi nullo. Qui ilriscaldamento a pavimento è alimentato con energiarinnovabileprodotta dal tetto fotovoltaico. Dall’altra parte d’Italia, in Sardegna, all’Istituto Tecnico Agrario PellegrinidiSassarinegli ettari di terreno a disposizione della scuola a breve sarà installato un nuovoimpianto di coltura idroponicaper la produzione di ortaggi e saranno completatedue serre laboratorio all’avanguardia, con tecniche di gestione digitali delle produzioni e monitoraggio delle colture. Il progetto si basa sull’IoT (Internet of Things,ovvero l’estensione agli oggetti del mondo reale della capacità di raccogliere, elaborare e scambiare dati in rete tipica dei pc)e su sistemi diintelligenza artificialee per realizzarlo verrà sfruttato l’impianto fotovoltaico già presente nell’area del parco della scuola. Se questi sono tra gli esempi più recenti e innovativi, diverse altre amministrazioni comunali stanno investendo nellaristrutturazione degli edifici puntando su solare e impianti termici. Come aGorizia, dove è appena stato annunciato un progetto di ampia portata che riguarda55 stabili tra scuole, uffici comunali e palestre.In totale in 28 scuole tra primarie e secondarie, 4 palestre e 23 sedi comunalisaranno installati impianti solari e fotovoltaici. Il Comune stima che grazie ai nuovi interventisaranno risparmiate all’ambiente 740 tonnellate di CO2 ogni anno, un valore pari alla piantumazione di circa 690 nuovi alberi nella città. Riqualificazioni simili sono in corso anche aPescaradove verranno presto installatiimpianti fotovoltaici in tre scuole e in un palazzetto dello sportcon l’obiettivo di trasformare gli edifici pubblici in comunità energetiche all’interno di un progetto finanziato dalla Bei, Banca Europea degli Investimenti, e chiamatoClimate Action & Circular Economy. La stessa cosa sta accadendo anche aVaresegrazie al finanziamento dall’Unione europea, NextGenerationEU, indirizzato a una riqualificazione da cento milioni di euro che vedrà attivati oltre30 progetti in cui saranno coinvolte le scuole, i quartieri, la mobilità e l’ambiente. Questi puntini che si illuminano (a energia pulita) nella mappa di un’Italia che prova a innovare ripartendo dalle scuole sono da considerarsi come un segnale di speranza e un punto di partenza. Bisogna però accelerare ancora di più e fare presto, ricorda il rapporto Ecosistema scuola diLegambiente, perché se è vero che iplessi scolastici con impianti di energia rinnovabile sono saliti in 10 anni dal 12,4 al 21,8%, trainati dal sud del Paese, è anche vero purtroppo che con i ritmi di progressione attuale per immaginarsi un futuro con tutte le scuole dipendenti da fonti rinnovabilibisognerà aspettare 80 anni.
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