In futuro potremmo immaginarci anche lescuolecomecomunità energetiche? In Italia lecomunità energetichebasate sulleenergie rinnovabilisono ancora poche – meno di una trentina – ma nuovi incentivi, miglioramento (ancora lento) della burocrazia e investimenti imminenti stanno portandosempre più realtà a immaginare un futuro in rete anche per le scuole, grazie al quale condividere l’energia e sfruttare le tecnologie pulite. Il rapportoEcosistema scuoladiLegambientestimava a esempio chese si installassero pannelli solari in tutti i 40.000 edifici scolasticiattivi in Italia (con almeno 20 kW di fotovoltaico) si riuscirebbe in breve tempo aprodurre energia pari al fabbisogno di oltre 400.000 famiglie. In alcune zone del Paese, questo in parte è già in atto comein Calabriadove proprio di recente èstato inaugurato un impianto fotovoltaico sul tetto di una scuolache garantisce energia al paesino di San Nicola. Anche a Torino si è iniziato a trattare il tema delle comunità energetichein cui comprendere anche gli istituti scolastici esistenti o quelli futuri. Durante una commissione comunale a lanciare la proposta è stata Tiziana Ciampolini (Torino Domani) che ha chiesto con una mozione di investire nella sensibilizzazione dei giovani e delle famiglie sul tema delle comunità energetiche e stimolare l’avvio di comunità energetiche nelle scuole per rigenerare gli edifici scolastici e coinvolgere le comunità. Proprio nel torinese esistono alcunescuole, come lo scientifico Gramsci, dove si punta agliimpianti fotovoltaici sui tettie altri plessi hanno già avanzato simili richieste. A tal propositol’assessora all’Istruzione,Carlotta Salerno, ha spiegato che «siamo ancora in attesa dei decreti attuativi sulle comunità energetiche, ma stiamo già lavorando su materiali sostenibili, risparmio energetico e pannelli fotovoltaici nelle scuole grazie a fondi del Pnrr». «Da tempo la città lavora sul tema – ha ricordato anchel’assessora a Transizione ecologica e Innovazione, Chiara Foglietta– ma la programmazione è rallentata dall’attuale nebuloso quadro normativo». Come ha specificato ancheLegambientenel suo manifesto – lanciato lo scorso anno – dal titoloScuole e università a zero emissioni, con una spinta maggiore eun accesso più semplice alla realizzazione degli impianti le potenzialità pertrasformare le scuole italiane in comunità energetiche sono decisamente tante. In quel manifesto al quale hanno poi aderito varie realtà scolastiche e associazioni ambientaliste, venivano fissatialcuni passaggi fondamentali: creare più consapevolezza su temi come l’innovazione sociale, lo sviluppo e la qualità della vita, organizzando workshop formativi; insistere sul monitoraggio di consumi elettrici, termici e comfort climatico (audit scolastico) per una maggior conoscenza del proprio peso climatico; puntare a interventi di decarbonizzazione dell’istituto creandocomunità energetiche rinnovabilisfruttando i tetti degli edifici scolastici e favorire in generale un avviamento di un percorso di efficientamento della scuola, con i ricavi ottenuti dalla Cer, ma anche utilizzando gli strumenti incentivanti esistenti.
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