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Inceneritori europei: preoccupano i dati sull’inquinamento

 

Un’indagine condotta daZero Waste,movimento internazionale nato nel 2004 per promuoverericiclo e riutilizzo dei rifiuti,in tre Paesi europei – Spagna, Repubblica Ceca e Lituania – sulleemissioni degli inceneritori di rifiuti, ha rilevato livelli allarmanti di inquinanti organici persistenti (Pop) nelle vicinanze degli impianti. La ricerca, iniziata nel 2020, commissionata allaFondazione ToxicoWatch, ha analizzato la deposizione di inquinanti organici persistenti in biomarcatori quali uova di galline da cortile, aghi di pino e muschi nelle vicinanze di tre inceneritori WtE (Waste-to-energy): Uab Kauno Cogeneration Power Plant (Kaunas, Lituania), Valdemingómez (Madrid, Spagna) e Zevo Chotíkov (Pilsen, Repubblica Ceca). Nella maggior parte delle uova di galline da cortile che vivono nelle vicinanze dei tre inceneritori, si è notato che i limiti imposti dalla Ue per il biotest Dr Calux – il biotest Dr Calux, Dioxin Responsive Chemical Activated LUciferase gene eXpression, è un metodo di screening bioanalitico utilizzato per la quantificazione di diossine/furani PCDD/F e PCB diossina-simili dl-PCB, ndr), e l’analisi chimica GC-MS (gas chromatography-mass spectrometry analysis, è la tecnica analitica basata sull’utilizzo di un gascromatografo accoppiato a uno spettrometro di massa, ndr), sono ampiamente superati, mentre l’analisi degli aghi di pino e muschi, mostra presenza di diossine in concentrazioni elevate nelle aree intorno agli inceneritori di rifiuti in tutti e tre i Paesi. Alte quantità di sostanze per-e polifluoroalchiliche (Pfas), inoltre, sono state riscontrate nei muschi, negli aghi di pino e nelle uova in tutte e tre le aree intorno agli inceneritori di rifiuti mediante misurazioni con biotest FITC-T4. L’area più inquinata delle tre, è risultata essere quella di Madrid,vicino all’impianto di Valdemingómez, uno dei più antichi inceneritori di rifiuti in Europa. Un allarmato Carlos Arribas, portavoce diEcologistas en Acción, ha spiegato a El Pais che «questo secondo rapporto, realizzato nel 2022, mostra livelli molto elevati in Valdemingómez e ratifica i risultati del primo, del 2021. Sono dati molto preoccupanti». Per il secondo anno consecutivo, inoltre, l’impianto di Madrid, chebrucia più di 300.000 tonnellate di rifiuti all’anno, 1.000 tonnellate al giorno, presenta i livelli più alti di inquinanti organici persistenti dei tre. Secondo Arribas l’indagine diToxicoWatchè molto più affidabile perché ha monitorato impianti e prodotti che «raccolgono dati sull’inquinamento per un lungo periodo di tempo» a differenza delle misurazioni a campione della qualità dell’aria adottate dal Comune di Madrid. Le tossine presenti nelle uova e nelle piante nell’area circostante Valdemingómezsuperano di gran lunga i limiti legali o le raccomandazioni dell’Ue. Le uova hanno un livello di diossina di 18 picogrammi per grammo di grasso (per la Ue non si dovrebbe superare i 3,3 o 5, a seconda del tipo, ndr). Nel rapporto precedente erano 13. Per il portavoce diEcologistas en Acción, la questione più grave è che non si conosce il livello di queste tossine nella popolazione che vive nelle vicinanze, così come l’impatto sulla loro salute; per questo chiede che le autoritàeffettuino studi di biomonitoraggiocome questo, ma sugli esseri umani, in cuisi valuti la presenza di inquinanti nel sangue, nelle unghie e nei capelli, come del resto prevede il Piano strategico per la salute e l’ambiente, approvato in Spagna nel 2021. Secondo gli ultimi censimenti, circa 700.000 persone vivono in un raggio di 10 chilometri dall’impianto. Un numero enorme di cittadini che l’indagine diZero Wasteha cominciato giustamente ad allarmare. Enrique Villalobos, il presidente dellaFederazione dei residenti, ha dichiarato a El Pais che «tutti gli studi diZero Wastecon la metodologia del biomonitoraggio, che i governi non vogliono utilizzare, mostrano livelli allarmanti di contaminazione persistente. E come se non bastasse, i dati di Madrid sono notevolmente peggiori di quelli degli altri due impianti analizzati». L’impianto di Valdemingómez è molto vecchio, risale al 1996 efunziona a diesel. Sebbene la necessità di ammodernamenti se non chiusure siano evidenti, il Comune di Madrid vuole tenerlo aperto oltre il 2030.

Redazione

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