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Il divario di genere si tinge di verde

 

Secondo ilWorld Economic Forum(Wef) giàdal 2025,85 milioni di posti di lavoro potrebbero sparire. Ma cosa c’entra questo con ilnet-zeroe ildivario di genere? Cos’è il net-zero? Per prima cosa, bisogna chiarire a cosa ci riferiamo quando parliamo di net-zero. È un obiettivo: ovvero raggiungere“emissioni nette zero”di gas serra per contenere il riscaldamento climatico globale. Il fine ultimo, in linea con il target dell’Accordo di Parigi, èlimitare il riscaldamento globale a +1,5°Centro la fine del secolo. I vantaggi Uno dei tanti vantaggi dellatransizione greensarà proprio lacreazione di migliaia di posti di lavoroin settori che vanno dalla silvicoltura alla finanza. La societàPwCha stimato che il solosettore energetico richiederà 250.000 dipendenti in più. I dati delWorld Economic Forum Secondo lo studioThe Future of Jobs ReportdelWef,il nuovo mercato del lavoro potrebbe portare alla nascita di97 milioni di nuove occupazioni. Ma non si registrerà una perdita generale e immotivata di posti di lavoro: semplicemente, le occupazioni richieste dal mercato evolveranno, cambieranno e, addirittura, aumenteranno rispetto a quelle che si perderanno. I lavori che verranno a mancare saranno per lo più quelli ripetitivi, pesanti, debilitanti. Questa promettente spinta – quasi senza precedenti – all’occupazione, corre però il rischio dinon veder equamente distribuiti i nuovi posti di lavoro.Gran parte della crescita prevista è infatti perruoli Steme mestieri manuali, areein cui le donne sono storicamente sottorappresentate. Il divario di genere “verde” è un’emergenza Stem e ruoli tecnici pagano di più:è un dato di fatto. Così come lo è lo studio diAlmalaureasecondo cui addiritturail 90% dei laureati in materieStemtrova un’occupazione del tutto soddisfacente e gratificanteentro 5 anni dal conseguimento del titolo di studio. Eppure all’interno del mondo accademico europeo, lelaureatedel settore continuano a esseresolo il 15%. Le donne sono sovrarappresentate in posti di lavoro e settori che tradizionalmente pagano di meno e hanno opportunità decisamente inferiori di progressione salariale. “Se non viene fatto nulla per aumentare la rappresentanza femminile in questi settori a crescita verde, stimiamo che il divario occupazionale tra uomini e donne nell’Ocse aumenterà di 1,7 punti percentuali entro il 2030”, spiegaPwC. Disegnare il futuro Circa il 60% dei lavori, entro il 2025, richiederanno competenze Stem. IlBoston Consulting Groupprevede chele donne deterranno solo un quarto dei lavori verdi globali entro il 2030,ritardando potenzialmente il progresso verso l’uguaglianza di genere di 10-15 anni. Il rapportoWomen in Work Index 2022diPwCevidenzia come l’indice sia calato a causa di una maggiore disoccupazione femminile dovuta anche a una percentuale maggiore di donne, rispetto agli uomini, che hanno lasciato il mercato del lavoro durante la pandemia. Garantire l’uguaglianza per le donne nella tecnologia e nella forza lavoro sta diventando sempre più importante, soprattutto alla luce delle recenti battute d’arresto. L’indicePwCha infatti evidenziato unamancanza di donne nei lavori legati alla transizione verde. Oggi – nella maggior parte dei casi – abbiamo la possibilità di scegliere cosa studiare, sapendo cosa verrà richiesto dal mercato del lavoro, per trasformare le comunità, i luoghi, la società in cui viviamo. Oggi non possiamo restare a guardare un mondo che – di nuovo – potrebbe cambiare senza le donne.

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