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Usa e sparatorie: 39 morti dall’inizio dell’anno

 

NegliStati Unitisi riapre il dibattito relativo allearmi da fuoco, dopo l’ennesimastrage avvenuta lunedì 23 gennaio in Californiache haucciso 7 persone. Si tratta delterzo omicidio di massanel giro di 8 giorninello Stato. Il colpevole sarebbe un lavoratore agricolo 66enne,Chunli Zhao, che ha aperto il fuoco in 2 sparatorie a Half Moon Bay, vicino a San Francisco. Tra le vittime ci sarebbero lavoratori agricoli di originelatinae asiatica. 2 giorni prima, il 21 gennaio,11 persone sono state uccise e 9 sono state feritein una sparatoria a Monterey Park (vicino a Los Angeles) daHuu Can Tran, che si è in seguito tolto la vita. La strage è avvenuta all’inizio dei festeggiamenti per il Capodanno cinese in una sala da ballo frequentata anche dallo stesso autore dell’attentato. Il Governatore della California, Gavin Newsom, hacommentatol’episodio dicendo che «nessun altro Paese al mondo è terrorizzato da un costante flusso di violenza da armi da fuoco.Abbiamo bisogno urgente di una riforma delle leggi sulle armia livello nazionale». DallostudioPublic Mass Shooters and Firearms: A Cross-National Study of 171 Countries,realizzato nel 2015, emerge ilcollegamento tra le stragi di massa e il possesso di armi. Gli statunitensi rappresentano il 5% della popolazione mondiale, ma detengono il 42% delle armi. Sempre in California, a Goshen,il 16 gennaio sono stateuccise 6 persone,incluse una ragazza di 16 anni e un bambino di 10 mesi, in unasparatoriaprobabilmente legata al traffico di droga. Prima delle stragi californiane si sono registrate altre 3 sparatorie: a Cleveland e a High Point sono state uccise 4 persone, 7 a Enoch. In tutti e 3 i casi si tratta diomicidiavvenuti all’interno di un contesto famigliare. La maggior parte delleuccisioni di massasi verifica infatti nelleabitazioni private: il 61% tra il 2009 e il 2020. Ciononostante le stragi in luoghi pubblici ricevono solitamente maggior attenzione mediatica e sono fonte di maggior preoccupazione per la popolazione. Il conteggio delle vittime nelle6 sparatorieverificatesi dall’inizio dell’anno è arrivato a39. Secondo idatiraccolti daAssociated Press, Usa TodayeNortheastern University,dal 2006 ci sono state 535 uccisioni di massa, in cui hanno perso la vita2.793 persone. Cifre che spaventano e che hanno portato il presidente statunitenseJoe Bidenachiedereal Congresso di introdurrenorme più severe per regolamentare l’accesso alle armi. La maggior parte delle stragi avvengono per mezzo di pistole o armi da fuoco, mentre solo nel 20% dei casi vengono utilizzati altri mezzi. Secondo lostudiocondotto da James Knoll e Ronald Pies perPsychiatric Times,il profilo più ricorrente di questi assassini è quello di unapersona arrabbiata, emotivamente instabile, isolata e con una scarsa rete di supporto sociale, che agisce cercandovendettaper una percepita umiliazione o un trattamento ingiusto. In molti casi si tratta didelitti premeditatida giorni o da mesi. Michael Stone, psichiatra forense dellaColumbia University,sottolinea come dietro le stragi ci sia spesso unevento traumatico- dalla perdita del lavoro alla fine di una relazione – al quale il soggetto non riesce a far fronte e che scatena la violenza.Solo il 20% ha un passato di criminalitàe soltanto l’11% ha gravi malattie mentali.

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