Il 10 gennaio, in Russia, è stato avviato ilprimo procedimento penale per violazione della leggecontro la cosiddettapropaganda Lgbtq+.È stata accusata la casa editricePopcorn Booksche ha pubblicato il libroUn’estate col fazzoletto da pionieri, la storia di una travagliata relazione tra due giovani pionieri sovietici in Ucraina negli anni ‘80. Ma questa non è l’unica conseguenza della nuova normativa voluta dal Cremlino. Approvata a inizio dicembre,la legge vieta la “propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali”allargando il divieto già esistente dal 2013 nei confronti dei minorianche agli adulti. Si applicaa qualsiasi mezzo di comunicazione,inclusi film, libri, pubblicità, televisione e social media, ma non definisce in modo preciso cosa intenda per “propaganda”. Nonostante le spiegazioni fornite da alcuni deputati sostenitori della legge,la valutazione di cosa sia o non sia propaganda è stata di fatto lasciata alla decisione dei tribunali,che nella maggioranza dei casi -riferiscela testata indipendente russaMeduza -hanno un pregiudizio accusatorio nei confronti dell’imputato. La denuncia nei confronti della casa editrice arriva da uno dei principali esponenti del partito di Governo Russia Unita,Alexander Khinshtein. Il deputatoaveva annunciatocheavrebbe denunciatoPopcorn Booksall’inizio di dicembre, quando i suoi libri hanno iniziato a essere distribuiti accompagnati da un opuscolo che riportava l’articolo 29 della Costituzione russa, che garantisce la libertà di parola e il divieto di censura. Nello stesso periodo,le biblioteche russe avevano ricevuto un elenco governativo di libri da eliminareperché accusati di favorire la “propaganda Lgbtq+”. Secondo quantopubblicato su Telegramdal giornalista e critico letterario Sergey Lebedenko,i 53 titoli da bruciare e cancellare dai cataloghi elettroniciincludonotesti di autori nazionali e internazionali, come Oxana Vasyakina, Eduard Limonov, Stephen Fry e Haruki Murakami. Reazioni immediate sono arrivate in occasione dell’importante fiera internazionale del libro di MoscaNon/fiction, dove la legge anti-propaganda è stata definita pericolosa dai librai. Yevgeny Kopylov, della grande casa editriceEksmo,si è detto preoccupatoper “l’interpretazione ampia” della legge, che “potrebbe influenzare una grande quantità di opere letterarie”. In effetti, lavaghezza di formulazione della leggelascia ai giudicimargini di arbitrarietàche rischiano dialimentare la censurain ambito letterario e dell’opinione pubblica. Secondo alcune analisi si tratta di un meccanismo rodato nel regime di Putin: il deputato dell’opposizione Boris Vishnevskyha osservatocome, anche nel caso della recente legge contro le fake news – che vieta di diffondere notizie sulla guerra in Ucraina considerate false dal Cremlino – l’incertezza giuridica che caratterizza la normativa venga utilizzata perfavorire interventi giuridici arbitrarimirati ascoraggiare il dissensoe afavorire la repressione. La nuovalegge contro la propaganda Lgbtq+è stata criticata anche da alcuni politici dell’opposizione russache, nel condannare la nuova normativa, sono statiaccusati a loro volta di favorire la propaganda. Il caso più eclatante riguarda la denuncia nei confronti di un deputato dell’opposizione del Consiglio di San Pietroburgo,Sergey Troshin, dichiaratosi pubblicamente gay a giugno 2022. Prima e dopo la promulgazione della legge, Troshinha più volte criticato apertamente il divietodi propaganda Lgbtq+ sui social media,definendola“omofoba e discriminatoria”. Con la segnalazione al Procuratore generale di Mosca, attualmente il deputatorischia una multa di circa 3.000dollariper aver preso parte alla “propaganda di rapporti sessuali non tradizionali” utilizzando “reti di telecomunicazioni informatiche”. Il canale russo indipendenteAgentstvoha osservatoche la richiesta di aprire un’indagine su Troshin segna il primo caso noto in cui la legge anti-propaganda è stata utilizzata perprendere di mira un politico.
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