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Matteo Messina Denaro, il supercattivo in manette

 

C’era una voltaun signore con 1 nome e 2 cognomi. Di nome facevaMatteoe di cognome facevaMessina Denaro. Messina come la città che dalla Sicilia sbircia la Calabria. E Denaro come i soldi, ein questa storia di soldi ne girano parecchi.Questo signore c’era e c’è ancora ma, da lunedì scorso, c’è un po’ meno. C’è in modo diverso. Lunedì Matteo Messina Denaro è statoarrestato. Devi averlo visto anche tu, un signore smunto e calmo tra gli agenti col passamontagna in testa, fuori da un ospedale. Fino a lunedì,Matteo Messina Denaroera ilcapo di Cosa Nostra,così si chiama la mafia che è nata in Sicilia ma opera nel mondo intero. Era anche uno tra i 10 latitanti più ricercati al mondo. Un latitante è una persona ricercata dalla polizia che è scappata e si è nascosta.Matteo Messina Denaro era latitante da 30 anni, dal 1993. Allora i tuoi genitori avevano la tua età, forse addirittura meno. Aiutato da complici, è scappato rimanendo sempre lì, in provincia di Trapani, a pochi chilometri da casa. Le polizie del mondo intero lo cercavano da tutto questo tempo perchéha fatto delle cose tremende. Ha rubato, sequestrato, estorto, ucciso. Ha fatto direttamente male a tante persone, ma indirettamente male a tutta la sua regione, la Sicilia, anzi, a tutto il Paese. Ogni tanto ha commesso dei crimini bruttissimi con le sue mani, altre volte ha ordinato ad altri di farlo per conto suo. È successo, per esempio, poco prima che decidesse di scappare, nel 1992, quandocollaborò agli attentati contro i giudici Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano 2 amici e 2 giudici bravissimi che hanno messo il turbo allalotta alla mafia. La mafia, infatti, che è un’organizzazione criminale gigante, potente e pericolosa, è un reato ufficiale solo dal 1982 ma è nata un secolo prima. Ci sono voluti tempo, sforzi e, purtroppo, molte lacrime per capire come funzionava e inventare delle leggi che potessero combatterla. Se, come me, vieni dal “continente” e non dalle isole, è davvero difficile capire la mafia, e i grandi non te la sapranno spiegare per bene, anche se sono grandi. Cioè, non è difficile capire come funziona l’organizzazione dei cattivissimi, coi suoi capi, i sottoposti, i soldati e gli affiliati. Quello che per noi, grandi e piccoli di quasi tutto il continente, è difficile capire, è come la criminalità organizzata non è fatta solo da criminali, cioè dai cattivissimi, ma coinvolge anche i cattivelli, i furbetti, gli ignari, i tonti e persino i buoni. Ché nella vita vera, a differenza che nelle fiabe,non ci sono solo i buoni e i cattivie noi tutti non siamo sempre solo buoni o sempre solo cattivi. Da quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato, tanti adulti del continente scrivono e parlano, sui giornali, in Tv e soprattutto sui social.È un gran chiasso di opinioni di persone che, come me, non capiscono bene la mafia. In questi casi, quando si può, bisogna sempre ascoltare chi conosce le cose perché succedono a casa sua. Uno di loro è un giornalista bravissimo che si chiamaGiacomo Di Girolamo. Oltre ad aver scritto dei libri sulla mafia e su Matteo Messina Denaro, Giacomo è siciliano e capisce come la mafia non si faccia sempre con le armi e con il sangue. Non bisogna aver paura di non conoscere le cose, sai, di stare solo ad ascoltare.Non bisogna avere un’opinione su tutto. Ci vuole coraggio e pazienza anche solo per ascoltare, e ascoltare è un’azione vera che può portarci lontano. Nessuno sa bene cosa succederà adesso che Matteo Messina Denaro è stato arrestato.Vorrei poterti dire”e vissero tutti felici e contenti”ma ho paura che la storia non finisca qui.Finirà, prima o poi, con tantissimo impegno, ma non è ancora finita. Matteo Messina Denaro parteciperà ai processi per cui era ricercato da tanti anni ma forse non dirà niente di quello che sa. E allora perché sono tutti in festa per le strade di Sicilia? Perché i processi sono importanti. Oltre a condannare i colpevoli e risarcire le vittime,i processi fanno bene all’anima, delle vittime, appunto, ma anche dei Paesi. Perchédellamafia, tutto il Paese è vittima.Fa bene all’anima poter spiegare a tutti quello che ci ha fatto male, essere creduti e presi sul serio. Serve ad andare avanti e a non avvoltolarsi sul proprio male come un cavo ingarbugliato. In tutti questi anni di assenza, se ne sono dette tante su Matteo Messina Denaro. C’era ma non si vedeva. O forse non c’era più. Forse c’era, ma altrove.Quando i pericoli o i dolori non si vedono, diventano grandi e misteriosi come fantasmiperché non hanno contorni. Adesso Matteo Messina Denaro non è più un fantasma: è un signore smunto. Tutto il male che ha fatto rimane, ma lui non può più fare paura.Qualcuno – lo Stato – ha acceso la luce e ci ha ricordato che i fantasmi non esistono.

Redazione

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