Iniziamo l’anno con una buona notizia:nel settore della cultura e dello spettacoloda oggi al 2026dovrebbero essere assunti circa 100.000 lavoratori. Per la precisione97.700. Questo è quello che ha anticipato, attraverso il sistema informativoExcelsior,Unionecamere-Anpalche mette insieme le richieste del settore pubblico e di quello privato. Osservando il comparto pubblico del mondo dellaculturae deibeni culturalisi nota che4 dipendenti su 5 hanno più di 50 anni, e che quindi in tempi brevi si renderà necessario un ricambio generazionale. Per i profili più ricercati, ovveroarchitetti, urbanisti ed esperti del recupero e della conservazione del territorio, fino al 2026 sono previste18.600 nuove assunzioni, mentre per glispecialisti delle discipline artistico-espressive, nello stesso arco temporale se ne prevedono17.700. Inferiori, ma sempre molto elevati, saranno i nuovi posti di lavoro che riguardano figure qualiartigiani e operai dell’artigianato artistico e dello spettacolo, che saranno7.600e infine leprofessioni qualificate nei settori ricreativi e culturali, che saranno richieste in3.700 unità. Come in tutti i settori ormai, anche in questo si parla di lavoratori introvabili, ovvero di quellefigure professionali che risultano più difficili da reperire. Entrando nello specifico,a mancare è il 46,8% di tecnici del marketing del settore storico-museale, il 30% di graficipubblicitarie la stessa percentuale di allestitori di scena. Ugualmente elevata è la percentuale di archivisti, bibliotecari e conservatori di musei, al 20%. Spostandosi sull’intrattenimento, invece, manca all’appello il71,3% degli intrattenitori, il 48,9% dei tecnici del marketing e il 45,8% di compositori, musicisti e cantanti. Questi numeri si scontrano con altri di significato diametralmente opposto. In Italia infatti sono80.000 igiovaniche arrivano a un titolo di studio nelle discipline umanistiche ma solo 30.000 quelli che vengono assunti. Per ridurre questo gap, è necessario cheil mondo della formazione e quello delle opportunità di impiego si avvicininoe allo stesso tempo iniziare a spingere sulla leva dell’innovazione, dato che le figure richieste necessitano di abilità elevate dal punto di vista tecnologico e di certificazioni che ne attestino le competenze acquisite. Negli ultimi anni,il Ministero della cultura sta mettendo in atto un’intensa attività di reclutamento. Dal 2017 al 2022, infatti, sono state assunte 3.901 persone attraverso concorsi, procedure selettive, mobilità esterna, scorrimento di graduatorie di altre Pa, stabilizzazione e passaggi d’area. Un percorso che continuerà visto che nei primi mesi del 2023 verranno concluse le procedure in corso per 2.487 nuovi dipendenti.
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