Esattamente3 anni fa, dalla metropoli cineseWuhanche conta 12 milioni di abitanti, arrivava la notizia delprimodecessocausato da un misterioso virusapparso in città un mese prima. I sintomi non erano ancora ben noti, ma quelli che più di tutti spiccavano erano riconducibili allapolmonite. Il virus, infatti, insorgeva velocemente nei polmoni, devastandoli. Nessuno sapeva che quel misterioso agente patogeno, denominato poiSars-Cov-2, si sarebbe di lì a poco diffuso al mondo intero, provocando milioni di morti. A distanza di tempo quello che restasconosciutoè illuogo preciso dioriginedel virus. Il quotidiano franceseLe Figaroha provato a fare chiarezza, soffermandosi soprattutto sullamancanza quasi totale di informazioni che le autorità cinesiavrebbero dovuto invece rilasciare al mondo: solo così si sarebbe potutaprevenirela folle escalation di contagi che è poi avvenuta. Le prime manifestazioni ufficiali dellamalattiesono emerse nel cuore di unmercatodi Wuhan, e successivamente i governatori cinesi hanno cominciato a imporre misure orwelliane di sorveglianza, trasmettendo una grossa paura al mondo intero. Oltre queste evidenti informazioni ufficiali però, ilsilenziodelle autoritàdel posto è stato sempre più intenso. Come fa notareLe Figaro, dagli inizi della pandemiail Paese asiatico ha sempre rifiutato di aprire le porte agli scienziati stranieriindipendenti e persino i ricercatori locali hanno evitato di pubblicare ricerche scientifiche sull’argomento. Il diritto di parola è stato sistematicamente negato e chiunque parlasse del virus veniva ammutolito o addirittura sottoposto a minacce di morte. Le piste ipotizzate dagli scienziati mondiali sull’origine della pandemia, vertono verso due possibili ipotesi: ilCovidpotrebbe essersi originatonaturalmenteda alcuni pipistrelliprovenienti da regioni molto remote dellaCinaoppure esserefuggito da un laboratorio che lotrattava. I sospetti inerenti a questa seconda ipotesi convergono sul grande Istituto di virologia di Wuhan, che a causa di ciò che viene lavorato al proprio interno presenta un altissimo livello di rischio. Marc Elliot, alla guida di un team di ricercatori francesi, interpellato dal quotidiano afferma di aver scovato su alcunipipistrelli in Laosun virus molto simile al Sars-Cov-2, chiamato Banal. Tuttavia, effettuando test anticorpali sulle persone più vicine a questi animali infetti, non sono stati riscontrati risultati significativi e questo alimenta ulteriormente i fortidubbisulla possibile manipolazione in laboratorio del virus, dove potrebbe essersitrasformato,diventandopandemico, anche se l’ipotesi dell’origine naturale viene ritenuta tangibile da alcuni scienziati. Un paper scientifico elaborato nel 2022e contenuto nella rivistaScience, ritiene che il luogo dal quale tutto abbia avuto inizio sia ilmercato di Wuhan, doveil contagio si sarebbe propagato dagli animali all’uomoattraverso gli esemplari venduti sui banchi. Tuttavia, labiologa Virginie Courtierascoltata dal quotidiano francese, afferma che «i dati della ricerca sono molto incompleti e non permettono di arrivare a conclusioni». In questo vorticoso incrocio di dati scientifici entrambe le possibilità devono essere prese in considerazione, ma ilsistema di falsificazioniunito alla meticolosasorveglianzadel governo cineseha bloccato qualunque tentativo di comprenderle al meglio. Quello che fa notare il quotidiano è che indipendentemente dall’origine naturale o artificiale del virus, «laresponsabilità umanapotrebbe comunque essereimputabile». Quando nel 2001 emerse l’epidemia di Sars, infatti, ilviruscircolava già all’interno di alcuni allevamenti cinesi di manguste. Evidentemente allora le misure di biosicurezza non sono state prese in considerazione, e anche nel caso di ipotesi della fuga dal laboratorio, le responsabilità sarebbero comunque imputabili agli esseri umani, specialmente se si tratta di uno dei centri virologici con il più alto livello di rischio al mondo. La pandemia di Covid insomma, poteva essereaffrontataal meglio delle disponibilità scientifiche mondiali e il silenzio del governo cinese e la mancanza di meticolose misure di sicurezza negli allevamenti mondiali, sono il segno di evidentiresponsabilità umane.
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