L’accordo di finanziamento del Prnn per larinaturazione del Poè stato siglato. Il Ministero dell’Ambiente e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (Aipo), che si occuperà dei lavori, hanno firmato ilpatto da 357 milioni di euro- di cui 70 subito – il 10 gennaio, una data a suo modo storica. Il prossimo passo sarà l’apertura dei bandi di gara prima e dei cantieri veri e propri poi. Così ilGrande Fiumericeveràtrattamenti di riforestazione, vedrà l’apertura di vecchi e nuovi canali e potrà tornare ad avere rive ripulite da grovigli e disordine. Il tutto avverrà all’insegna delrecupero della biodiversità ma non solo: si vuole puntare sia a un utilizzo più efficace ed ecologico delle risorse idriche, reduci damezzo secolo di pressioni eccessive e di consumo del suolo, sia al ripristino del letto che ha subito escavazioni. Sullo sfondo, naturalmente, c’è sempre ilrischio idrogeologico che va ridottoe gestito. Nei territori interessati dal progetto è già stato realizzato unpercorso di sensibilizzazionesul tema attraverso una serie di incontri per cittadini e ambientalisti. D’altra parte il progetto è ampio: il noto Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede di destinare specificatamente alla “Rinaturazione dell’area del Po” questi 357 milioni di fondi, approvati lo scorso settembre. Tutto il piano è sostenuto dall’Unione Europea tramite ilNext Generation EU (Ngeu), il programma di investimenti e riforme strutturali che vogliono accelerare la transizione ecologica in Italia. Accanto a queste istituzioni ci sono due enti più territoriali. L’Autorità distrettuale del Fiume Po-Mitecoordina il progetto, mentre l’Aipolo concretizza anche dal punto di vista tecnico, festeggiando così i suoi 20 anni di attività lungo il maggiore bacino idrografico nazionale tra sicurezza idraulica, demanio idrico e navigazione fluviale. Lo sblocco dei primi finanziamenti e l’avvio della fase operativa della rinaturazione arrivano alla fine diun anno durissimo per il fiume. La siccità nel 2022 è stata spaventosa: lagrande secca del Poe ladrastica riduzione delle sue acquerispetto alle estati precedenti sono state persino immortalate dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea. Dal letto e dagli affluenti sono spuntati antichi relitti e reperti medioevali, mentre solo a marzo erano giàcento i giorni senza pioggia. Infine, come se non bastasse, è arrivatal’estate più calda mai registrata in Europa. IlResto del Carlinoprevede che nei prossimi anni il Po sarà al centro di una “rivoluzione” con lo sguardo rivolto al passato, il tempo in cui era ilprotagonista incontrastato della Pianura Padana: il più importante fiume italiano, sia per lunghezza di corso con i suoi 652 chilometri sia per ampiezza di bacino (74.970 km2).La fine dei lavori è prevista per il 2026. In bocca al lupo, Grande Fiume.
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