IlGlobal Economy Prospectpubblicato dallaBanca Mondialeapre ilnuovo annocontoni piuttosto grigi.Se 6 mesi fa leprospettiveper l’anno appena iniziato indicavano unacrescita del Pil mondiale del 3%,a oggi il report fa un passo indietro,prevedendo solamente un+1,7%. La difficoltà della situazione è nota, diversi economisti ed enti di ricerca si sono espressi con preoccupazione sulle aspettative per il2023. L’inflazione, il peggioramento delle condizioni finanziarie e le conseguenze dell’invasione Russa in Ucraina sono aspetti da tenere in considerazione, che causeranno una bassissima crescita economica. Se le stime di World Bank si avverassero, si andrebbe a segnare unnuovo crollo per l’economia mondiale, che raggiungerebbe lacrescita più debole degli ultimi trent’anni, successiva solamente alla crisi finanziaria di Lehman Brothers che ha segnato il 2008 e alla più recente pandemia che ha dilaniato il 2020. La situazione per il 2023 viene definita dallaBanca mondialecome una«pronunciata debolezza» che si ripercuoterà sulle economie più forti,ma che non tarderà a raggiungereanche i Paesi più poveried emergenti. Negli Stati Uniti le previsioni attuali si fermano a un +0,5% rispetto al +1,9% stimato a giugno 2022. Ancora più ampio il divario nell’Eurozona, dovela percentuale è scesa di quasi 2 punti, crollando verso una crescita pari a 0. Preoccupante è la situazione nell’AfricaSubsahariana, dove vive il 60% delle persone in estrema povertà. In merito a quest’area, Ayhan Kose, Direttore dell’ufficio di ricerca della Banca mondiale, afferma:«Ci aspettiamo una crescita dell’1% del Pilpro capite, che è di gran lungainferiore a quella necessariaper sradicare la povertà estrema, sarà quasi impossibile ridurre la povertào anche la disuguaglianza ai livelli che vorremmo». Mentre la World Bank pubblica i propri ribassi,la banca newyorkese Goldman Sachs rialza invece le proprie aspettativeper la crescita mondiale, passandoda un -0,1% a un +0,6%.Un dato molto positivo è che Goldman Sachsnon menziona affatto la recessione,dal momento che ritiene che gli ostacoli del 2023, legati soprattutto al caro energia e alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, miglioreranno nella seconda parte dell’anno. Secondo la Goldman Sachs, è proprio la previsione di ribassamento dei prezzi verso l’estate a permettere una revisione delle ipotesi di crescita. L’analisi di Banca mondiale, tuttavia, si colloca nell’ambito di un quadro ben più ampio di previsioni. SecondoBloomberg, che riunisce i calcoli di una pluralità di economisti ed enti, la crescita media del Pil sarà del 2,1%. Certo è che la situazione per l’economia europea e più in generale per quella mondiale è tutt’altro che rosea. Prima del Covid e della sequenzialità di faticosi eventi che hanno caratterizzato gli ultimi periodi, le stime per il 2024 erano di oltre 6 punti percentuali più elevate rispetto a quelle attuali. Non ci rimane che attendere: consapevoli della realtà dei fatti e della complessità che ci riserva il 2023, ma senza perdere la speranza. Perché la storia ci insegna cheanche lecrisipossono celare delle opportunità.
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