Dopo il successo di Ravenna, la mobilitazione per ilriconoscimentodelcongedomestrualeascuolasi estende a una ventina di licei e istituti romani e laziali. A fine dicembre il liceo artisticoNervi-Severiniavevaapprovatola proposta studentesca di beneficiare di2 giorni al mese di assenza giustificataper crampi e dolori mestruali. Quello romagnolo è stato ilprimo istituto scolastico italianoa riconoscere questa possibilità a chi presenterà un certificato medico attestante dismenorrea, endometriosi o dolori invalidanti. Una conquista raggiunta grazie alla testimonianza di 16 studentesse e supportata da compagni e compagne. Secondo la legge, gli studenti e le studentesse che non raggiungono una presenza pari a tre quarti dell’orario annuale non possono essere ammessi agli scrutini, con la deroga di assenze legate a motivi di salute. In quest’ottica il congedo mestruale non dovrebbe essere conteggiato sul totale, ma andrebbe considerato comeun’assenzagiustificata. Al Nervi-Severini questo diritto viene ormai garantito, insieme al riconoscimento della carriera alias, ovvero la possibilità per chi non si riconosce nel genere assegnato alla nascita di sostituire il nome di elezione a quello anagrafico. Ora laprotesta si è spostata nel Lazio,dove studenti e studentesse sono rientrati dalle vacanze con l’obiettivo di raggiungere lo stesso traguardo conquistato dall’apripista ravennate. LaRete degli Studenti Medidella regione ha coinvolto almeno 8 istituti nella capitale (25 in tutte le province) in sit-in e iniziative per ottenere ilcongedo mestruale. “Le mestruazioni non sono una scelta”o ancora “il ciclo non è un lusso”:con questi slogan su striscioni e cartelli i manifestanti richiedono una scuola più inclusiva e attenta alle esigenze di tutte le persone. L’associazione studentesca si sta attivando per scrivere unregolamento da sottoporre a ogni scuola della regioneper riconoscere non soltanto il diritto al congedo mestruale ma per portare avanti anche la battaglia culturale contro il tabù del ciclo. Martina Lembo Fazio,delegata nazionale per le tematiche femministe diUnione Studenti,ribadisce quanto sia importante far partire una riflessione sul tema e in generale sull’approccio sessista che caratterizza il sistema scolastico. Non solo quindi congedo mestruale, ma anche proposte come l’introduzione della carriera alias, tampon box, educazione sessuale e all’affettività sono fondamentali per far sì che lascuoladiventi unluogo di tuteladei diritti di tutte e tutti. Secondo un’indaginecondotta da Ape (Associazione Progetto Endometriosi), l’80% delle partecipanti ha affermato di avere un ciclo mestruale doloroso e il 90% ritiene sia normale. Il 54% delle ragazze con dismenorrea non si è mai sottoposta a una visita specialistica ginecologica, e il 47,6% ricorre all’uso di antidolorifici. Proposte come l’introduzione delcongedomestruale nelle scuolepotrebbero contribuire a una maggiore consapevolezza sulle patologie e sui dolori legati al ciclo e incentivare le adolescenti a rivolgersi a un consulto medico in caso di bisogno. L’iniziativa ricalca l’idea della norma recentemente approvata inSpagnache garantisce3 giorni al mese di congedo mestruale alle lavoratriciche ne facciano richiesta presentando un certificato medico. Si tratta del primo Paese in Europa e la decisione di Madrid ha riaperto il dibattito anche in Italia, dove già nel 2016 era stata presentata unaproposta di leggesimile ma mai approvata. In attesa del riconoscimento del congedo mestruale nel mondo del lavoro,sono le singole aziende che possono sopperire alla mancanza di una norma nazionale.
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