L’8 gennaio 2023 la Cina ha riaperto i confini alle persone straniere per la prima volta da marzo 2020,eliminando anche la quarantena obbligatoriaper coloro che vi arrivano, dopo 1016 giorni di chiusura a causa dellapolitica restrittiva “Zero Covid” attuata daXi Jinping. Ma cos’è la politica “Zero covid”? I cittadini cinesi sono stati sottoposti, per quasi 3 anni, a regole rigidissime: tamponi di massa, quarantene, isolamento, un vero e propriolockdowndurato anni, con lo scopo diarginare il virus e di scovare i positivi. Moltissime sono state le proteste da parte della popolazione, stanca della strategia adottata dal governo: basti ricordare i diversi video che circolavano online e che riprendevano persone che tentavano di fuggire da uffici o fabbriche con casi di positività. Ora, nei primi giorni del 2023,i casi di infezioneda Covid-19 sono aumentati in maniera esponenziale, complice anche labassa percentuale della popolazione vaccinata. I contagi sono destinati ad aumentare fino almeno a metà febbraio: a fine gennaio infatti si festeggerà il Capodanno cinese e sono previsti milioni di spostamenti. Oltre al fallimento sul fronte puramente sanitario, in quanto il virus non è mai stato realmente arginato, la situazione è precipitata anche dal punto di vista economico. È crollato il turismo,gli scambi commerciali tra la Cina e il resto del Mondo hanno raggiunto il punto più basso degli ultimi decenni. Anche il Pil non ha raggiunto l’obiettivo del 5,5% ed è aumentato soltanto del 2,7%, contro l’8% del 2021. Quali sono le previsioni per il 2023 per l’economia cinese? Con ogni probabilità,il Paese riprenderà a crescere, anche se in maniera non lineare. E vi è anche da dire che la riapertura della Cina avrà delle ripercussioni sull’intera economia mondiale, dal momento che sinora la catena di approvvigionamento è stata praticamente interrotta, andando agravare sull’inflazione dei diversi Paesi del mondo. Anche il mercato delle materie prime e dell’energia può lentamente tornare a sorridere. È però possibile anche un altro scenario, tutt’altro che positivo. La riapertura della Cina potrebbe, infatti, avere delle ripercussioni sulla politica monetaria. Ricordiamo che la maggior parte delle banche centrali ha aumentato i tassi di interesse per combattere l’inflazione, mentre la riapertura dell’economia cinese incrementerà la domanda globale aumentando la pressione dei prezzi. Tutto ciò potrebbe portare le banche centrali a inasprire ancor di più la politica monetaria. Sicuramente, a beneficiare del nuovo corso sarà il settore turistico. Per quasi tre anni il turismo cinese è stato inesistente, ma ora è pronto a ripartire. A fine gennaio si celebrerà il Capodanno cinese eè già boom di prenotazioni: sono previsti milioni (se non miliardi) di spostamenti soltanto nelle prossime settimane. Hong Kong si prepara alla ripartenza:prima del Covid la città ospitava circa 4 milioni di turisti al mese, ma negli ultimi tre anni la curva si è abbassata facendo contrarre la crescita del 4,5%, soltanto nell’ultimo trimestre del 2022. La ripresa del turismo in quel territorio porterà all’aumento anche del Pil: secondo le previsioni si raggiungerà una crescita dell’8%. E il riavvio del turismo cinese avrà ripercussioni anche al di fuori dei confini nazionali:in Thailandia, per esempio, sono previsti oltre 300.000 arrivi cinesinel primo trimestre del 2023. Speriamo che l’anno del coniglio sia davvero, come vuole tradizione, positivo, fortunato e di pace.
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