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3 libri sulla mitologia greca femminile

 

Dei e divinità litigiose, mostri ed eroi, guerre, trasformazioni e promiscuità: i motivi per cui lamitologia grecaci conquista a distanza di millenni non sono difficili da individuare. Non solo l’Iliade, l’Odisseae l’Eneide, che generazioni di studenti hanno incontrato sui banchi di scuola, ma anchemiti, racconti e raccoltepoeticheci hanno consegnato un universo ricco di personaggi e trame indimenticabili che, però, sono accomunate da una caratteristica: sono semprefiltrate attraverso lo sguardo maschile. Quello che allora non si chiamavamale gazema aveva anche al tempo il potere diescludere tutti gli altri sguardi sul mondoe tutte le singolarità che di quegli sguardi erano portatrici, oltre adammantare sotto un velo di eroismo azioni brutali e che non faticheremmo a definireviolenzapura se li incontrassimo in altri contesti o, semplicemente, se li guardassimo attraverso nuovi punti di vista. Per questo, oggi vogliamo suggerirtitre libri sulla mitologia greca che raccontano le storie che conosciamo- o che pensiamo di conoscere -da un’altra prospettiva, mostrandoci la storia (e le storie) dietro la Storia che gli uomini ci hanno consegnato come universale. Circe Grazie a#booktok,Madeline Millerè nella classifica del libri più venduti del 2022 con il popolarissimoLa Canzone di Achille, il romanzo pubblicato nel 2011 che rilegge la storia del Pelide in chiave romantica ed erotica attraverso la sua relazione con l’amico, compagno e amore di una vita Patroclo. Noi, però, vogliamo suggerirti un altro classico della mitologia greca riletto dall’autrice:Circe. Quella dellastregaper antonomasia nella penna di Miller diventala storia di una donna ribelle e indipendente, di una ninfa immortale ma umanamente ferita e risollevatasi, di una una madresinglein una, per dirla con le parole delGuardian, «versione femminista in cui è tutto è messo in gioco. In questo contesto, trasformare i marinai coragni in maiali non è solo un altro ostacolo da superare per Ulisse da conquistare, ma un’autodifesa necessaria». Il silenzio delle ragazze Quella dell’Iliade è soprattutto una storia di uomini.Ettore e Achille, Patroclo e Agamennone, Ulisse ed Enea. Ledonneci sono, ma se non sono divinità come Atenasono inascoltate, vendute, sfruttate. Oggetti, mosse da altri come pedine sul tabellone di un gioco molto più grande di loro. Nel libro diPat BakerIl silenzio delle ragazze,le donne e le ragazze dentro e fuori le mura di Troia recuperano la voce e lo sguardo attraverso la figura di Briseide. Rapita, stuprata, scambiata come merce: nella lettura di Bakerla schiava-premio di Achille, contesa con Agamennone al pari di un qualunque altro bottino di guerra,trovaun’inaspettatoconforto non solo nella figura di Patroclo ma, soprattutto, nelle altre donneche, come lei, sono prigioniere, ridotte al ruolo di schiave di letto dei grandieroidella Guerra di Troia. Ed è proprio attraverso le storie di questedonnecatturate, schiavizzate e stuprate, dietro il racconto di quello che si consuma in guerra lontano dal campo di battaglia, che le gesta dei grandi Micenei sembrano molto meno eroiche e che il grido silenzioso di tutte le voci femminile messe a tacere sembra capace di risuonare per l’eternità. Il canto di Penelope Margaret Atwoodnon è autrice solo di uno dei romanzi femministi più apprezzati degli ultimi anni,Il racconto dell’ancella, ma di una delle riletture dei miti greci più riuscite. Il canto di Penelope, come è intuibile dal titolo,è l’Odissea dal punto di vista della mogliein eterna attesa del ritorno anche se in realtà è molto più di questo. Assieme a Penelope, infatti, il romanzo dàvoce, in un coro multiforme di racconti,alle 12 schiave impiccate da Telemaco per ordine di Odisseoalla fine del XXII libro. E sono proprio le voci dei fantasmi di questedonne che hanno aiutato per notti e notti Penelope a disfare la sua tela, che per lei sono diventate spie tra i Proci, che – in un alternarsi di registri che vanno dall’idillio al canto marinaresco, dalla tragedia a una lezione di antropologia, dagli atti processuali alla ballata – interrompono, contraddicono, scandagliano il racconto della vita che la Regina (che non ha potuto difenderle, né piangerle) consegna ai posteri direttamente dall’Ade.

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