Nel Regno Unito è iniziato il primo trial al mondo sul pionieristico trattamento ai protoni per pazienti con ilcancroal seno. Laprotonterapiaè un trattamento radiante oncologico già utilizzato per la cura di tumori sviluppati nelle vicinanze di organi critici, come il cervello, il cuore o il midollo spinale. A differenza deiraggi X, utilizzati nella radioterapia convenzionale,i protoni possono essere indirizzati in modo molto precisoper colpire esclusivamente le cellule tumorali salvaguardando i tessuti sani circostanti, limitando gli effetti tossici e con essi la probabilità di sviluppare tumori secondari in organi adiacenti. Fino a oggi è stata usata con successo per il trattamento di patologie oncologiche in zone difficili da raggiungere con i raggi X senza investire altre parti dell’organismo, come tumori cerebrali e della base cranica e tumori della testa e del collo. Si è rivelata anche un ottimo strumento per itumori pediatriciin quanto l’organismo deƏ bambinƏ, essendo in continua crescita, è più sensibile ai raggi X e viene maggiormente colpito da effetti collaterali indesiderati. Risultati di studi clinici specifici hanno dimostrato come la protonterapia possa diminuire, da un lato il rischio di difetti nella crescita e di problemi nello sviluppo, dall’altro quello dell’insorgenza di tumori secondari sul lungo periodo. Dopo avere utilizzato la terapia con successo in altri casi di tumori, l’Nhs (National Health Service) britannico ha deciso di provarne l’efficacia su pazienti con cancro al seno. Il test clinico, il primo al mondo su questo tipo di tumore, avrà come obiettivo quello diconfrontare gli effetti della protonterapia con quelli della radioterapia convenzionalesu pazienti ad alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari a lungo termine. Nonostante la radioterapia si sia rivelata in passato molto efficace per i tumori alla mammella (sono circa 30.000 i pazienti che ogni anno si sottomettono al trattamento nel Regno Unito), questa può creare seri problemi aƏ pazienti i cui linfonodi malati siano molto vicini al cuore e, in generale, a soggetti cardiopatici. Per questi soggetti la protonterapia potrebbe rivelarsi un’opzione di gran lunga migliore e meno rischiosa. Resta quindi ora da testarne l’efficacia. Il trial, condotto presso ilChristie Hospital di Manchestere loUniversity College Hospitaldi Londra, coinvolgerà 192 pazienti in 22 località del Regno Unito e diversi medicƏ, scienziatƏ e ricercatorƏ dell’Università di Cambridge, dell’Institute of CancerResearch di Londra e del Royal Marsden Nhs Foundation Trust. LƏ primƏ tre pazienti sono già statƏ sottopostƏ al trattamento. Una di loro, Kim Jones, intervistata dal Guardian ha affermato di essere molto soddisfatta di essere stata accettata per il trial. Jones, 44 anni, si era già sottoposta a chemioterapia seguita da una mastectomia e la rimozione di un linfonodo e aveva avuto complicazioni cardiache. Ora ha completato il ciclo di protonterapia, trattamento che ha definito “eccellente e rilassante”. Lo studio britannico potrebbe quindi portare la comunità scientifica a compiere un salto di qualità nel trattamento dei tumori, espandendo l’utilizzo della protonterapia e sfruttandone al meglio i già comprovati vantaggi.
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