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Ultima Generazione ricorda la crisi climatica (e non piace alla sinistra)

 

È facile che l’indignazione di chi ha a cuore il contrasto alla crisi climatica cada sulla proposta di legge del Governo attuale, che vorrebbeinasprire le multeper chi deturpa monumenti fino a 60.000 euro, introducendo anche un reato penale e prevedendo fino a tre anni di carcere. È una misura odiosa, a personam, totalmente ideologica e fatta per colpire attivisti – in particolare quelli diUltima Generazione- che cercano unicamente di portare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sulla crisi climatica. Ma è anche una misura stupida e inutile, visto che una severa legge, aggiornata proprio l’anno scorso, sui reati contro il patrimonio culturale esiste già. Eco-attivisti no, turismo di massa che distrugge i centri storici sì Ma se la proposta della destra indigna, non si può negare che non siacoerente con il semi-negazionismo climatico della classe dirigente al Governo, fino a ieri anzi apertamente negazionista, oggi più cauta visti gli eventi sempre più gravi, ma comunque in nessun modo consapevole della gravità di ciò che sta accadendo. Stupisce negativamente ancora di più, invece,la critica/silenzio di sindaci e politici di centro-sinistra. Da Gualtieri aNardella- dopo i blitz con vernice lavabile e carbone vegetale – i primi cittadini si sono schierati subito a paladini della difesa dei beni culturali e contro gli attivisti di Ultima Generazione (anche se Nardella, successivamente, ha detto confusamente che comunque andavano ascoltati, ma il suo gesto muscolare dopo l’azione parla da solo). Sono sindaci che, per dire,non si preoccupano dell’assalto di milioni di turisti nelle loro città, con relativa implosione dei servizi, dall‘immondiziaai bus, turisti ammassati davanti ai monumenti con rischi di danneggiamenti, consumo di acqua, aumento di emissioni che distruggono al città. Questo non conta, perché il turismo porta soldi, crescita, arricchisce parecchie lobby che pesano in Campidoglio. Ma, appunto, il problema sono gli attivisti di Ultima Generazione. Biascicano, questi sindaci, di impegni presi per rendere lecittà carbon neutral al 2050, se non addirittura al 2040, impegni che fanno ridere e stanno solo sulla carta, perché in nessun modo stiamo sulla strada per raggiungerli. Le azioni disturbano perché ricordano la crisi climatica Manca totalmente, anche a sinistra, e non solo nei sindaci ma anche chi siede in Parlamento, la consapevolezza della gravità della crisi climatica. Per questo in pochissimi – per quanto mi risulta solo Matteo Orfini – hanno difeso gli attivisti. Quello che disturba, in verità, non è tanto il danno ai beni culturali, che peraltro non c’è, anche se fa tanto responsabilità fare solenni dichiarazioni a sua difesa. Quello che anche i politici di sinistra non voglionoè che qualcuno gli ricordi la gravità immensa della situazione in cui siamo. E infatti di crisi climatica la sinistra ha parlato finora pochissimo. La crisi climatica, infatti, è la Grande Scocciatrice, quella che mette in discussione i loro programmi, tutti incentrati su crescita e sviluppo insostenibile.La crisi climatica spariglia le carte, costringe a guardare la realtà per quella che è, a prendere decisioni in base a ciò che serve davvero per contrastarla. E che quasi mai coincide con gli interessi delle lobby che pure la sinistra difende. Basti pensare al Governo Draghi e all’appoggio incondizionato a un ministro della Transizione, Cingolani, che di fatto si è occupato unicamente di gas. Solo per fare un esempio. Sinistra e movimenti per il clima, non un buon rapporto In generale, la sinistra non ha mai avuto un buon rapporto con i movimenti per il clima. Imbarazzata dalle parole diGreta Thunberg, ha comunque cercato di inglobare alcune istanze deiFridays for future, i più moderati, ma rispetto a Ultima Generazione l’indifferenza, unita alla critica, è abbastanza compatta e totale. E se condannano la proposta di legge della destra su multe e carcere – invece incredibilmente appoggiata dall’associazioneItalia Nostra, ormai spostata su posizioni radicalmente conservatrici – tuttavia non li appoggiano direttamente. C’è pudore, paura, reticenza, conformismo. C’è timore di perdere consensi nell’opinione pubblica, d’altronde il Pd ha sempre ragionato per consensi, ma per progetti. E allora fa senso criticare gesti che l’opinione pubblica fa fatica a capire. Gesti che invece, a quella opinione pubblica, si sarebbero potuto spiegare, visto che la politica dovrebbe svolgere la funzione di orientare i cittadini, specie su temi talmente cruciali che ne va della loro sopravvivenza. Un’ultima cosa che crea amarezza di fronte alla triste indifferenza del Pd rispetto agli attivisti del clima è la mancanza di memoria rispetto al passato. Perché gli stessi che oggi pomposamente criticano contro le eco-azioni erano quelli che, in parecchi, stavano in piazza negli anni Settanta. Piazze fantasiose, piazze politicizzate, piazze radicali, piazze violente. Piazze che avevano come obiettivi temi significativi, ma certo molto meno di quelli, forse meno sexy ma dannatamente importanti, degli attivisti climatici di oggi. Perché se si chiamano Ultima Generazione una ragione ci sarà e purtroppo questa ragione è scientificamente fondata. Se l’aspetto simbolico e creativo è del tutto incompreso Gli ecoblitz, o come volete chiamarli, non solo richiamano l’attenzione sui temi dell’estinzione di massa, ma anche delpeso schiacciante del fossile sull’energia rinnovabileche va rovesciato, sulla necessità di creare assemblee cittadine per discutere di questi temi etc, ma lo fanno anche in maniera creativa. Con azioni simboliche, suggestive, come sempre d’altronde è stata la protesta. Questo lato creativonon viene colto dalla nostra classe dirigente conformista e priva di immaginazione. Mi pare non lo abbia colto neancheElly Schlein, quando ha detto che condivide gli obiettivi ma non i metodi. Ma qui obiettivi e metodi sono tutt’uno. Certe azioni di Extinction Rebellion sono struggenti e suggestive. Più “muscolari” quelle di Ultima Generazione, ma sempre all’interno di uno spazio più simbolico che reale, perché non credo che il problema qui sia l’acqua usata per cancellare la vernice lavabile (qualcuno ha fatto notare che per produrre il giacchetto di pelle di nardella, i jeans e le scarpe verosimilmente anche di cuoio ben più acqua è stata sprecata, la provocazione può piacere o mene ma mi pare efficace per smontare il punto). Questo elemento creativo e simbolico delle azioni non è stato colto né da destra né da sinistra. E questo significa che nessuna delle parti politiche ha una visione del futuro rispetto al clima, che nessuno realmente si preoccupa di come vivremo tra dieci o venti anni. Una politica schiacciata sul presente La politica italiana è da sempre schiacciata nel presente. Questo non è mai bastato ma a maggior ragione oggi visto che si comincia a parlare realisticamente di “punti di non ritorno” rispetto ai quali la normale amministrazione nulla può. È questo che, onestamente, fa paura, e anche peggio.Altro che il carbone vegetale in una fontana. Il mondo è stravolto in questi giorni da alluvioni devastanti in varie parti del Pianeta, mentre presto il nostro emisfero entrerà, in siccità, in lunghi mesi di incendi, caldo torrido estremo, quello che, come ha certificato di recente l’Istat, ormai uccide anziani e donne fragili. Davvero si guarda il dito e non la luna, davvero si critica la paglietta e non si vede la trave che, trasversalmente, rende ciechi gli occhi di sindaci e parlamentari.Trasversalmente, da destra a sinistra.

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