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Quest’anno voglio un Natale green

 

Nel 2019 l’OsservatorioWaste Watcher -ente che si occupa dellospreco alimentaredomestico e delle abitudini di acquisto, di fruizione e gestione del cibo – ha monitorato che circa il5% dei cibi che gli italiani comprano durante le feste, viene buttato.Gli alimenti “vittime” di questo infausto destino sono soprattuttofrutta, verdura, pane, latticiniecarne. Lo spreco alimentare non rappresenta solo un danno economico ma anche una seria problematica ambientale. Durante il periodo delle feste il cibo inutilizzato induce consequenzialmente a unaumento del livello di inquinamento(considerando che una tonnellata di rifiuti alimentari produce 4,2 tonnellate di CO2). La confederazione italiana Agricoltori ha calcolato che ogni anno 25 milioni di tonnellate di cibo vengono buttate senza essere consumate. Questo fattore implica un costo di all’incirca 37 miliardi di euro, cioè il 3% del nostro Pil. I dati diWaste Watcherci fanno sapere che durante lefeste nataliziesi gettano 500.000 tonnellate di cibo, corrispondenti a circa80 euro per famiglia. Ridurre questo spreco è possibile, tramite semplici azioni come lapianificazione di un menù,evitando l’acquisto di grandi quantità di cibo in offerta, decostruendo l’idea che per stupire gli invitati bisogni esagerare. L’ostentazione è infatti una delle principali ragioni sociali che ci inducono a compiere questi errori fatali. Il discorso sui consumi non si riduce meramente al tema del cibo. La pressione natalizia induce molto spesso le persone ad acquistareoggettie accessori che non risultano davvero necessari e che alimentano unoshoppingfreneticoe compulsivo. La parola adatta a tutto questo èconsumismo, ma vediamo come rimediare. Non è necessario spendere ingenti somme per regali graziosi.Regalare oggetti che sono parte di noi- libri, abiti vintage, esperienze e soprattutto qualcosa di davvero utile – rende il regalo più prezioso. L’albero di Natale: molte persone consigliano di fittarlo, io consiglio, se ne hai la possibilità, di riutilizzarne uno già in tuo possesso. I miei genitori hanno comprato un albero di Natale in plastica (molto realistico), nel 1991. Pur essendo una fervente sostenitrice delplastic free, ritengo che abbia fatto il suo lavoro, continuando a essere utilizzato tutt’oggi. Sono quindi vent’anni che a casa mia non si compra nessun albero e si usano sostanzialmente gli stessi addobbi. Il riciclo e il second hand in questo caso, non hanno creato solo un circolo virtuoso sostenibile, ma anche dei preziosi ricordi. Queste azioni vanno di pari passo con un risparmio sostanziale. Una volta trascorse le festività natalizie, sarà fondamentaleriutilizzare gli avanzi,congelandoli o facendo emergere la tua creatività in cucina, anche grazie all’aiuto di internet. Ultima ma non meno importante, ilpackaging. Lo stesso, può essere effettuato utilizzando carta e stoffa già presenti ed evitando l’acquisto di ulteriori imballaggi. Preferire le lucine a Led alle classiche luminarie elettriche. Lasciamo posto all’autenticità a dispetto della forma.

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