Occupazione ancora stabile al 60,2% per il terzo trimestre del 2022.Ma sono ancora molte le difficoltà che ostacolano un andamento positivo nel mondo dellavoro. Una su tutte: l’aumento degli scoraggiati. A confermarlo è l’Istat, il quale segnala unacrescita di coloro che non cercano lavoro poiché convinti di non trovarlo.Gli scoraggiati sono 1 milione e 100.000, l’8,4% in più rispetto al 2021(+86.000). Questo incremento sembra interessare principalmente gli uomini (+11,6%) mentrele donne sono più ottimiste(+6,2%). Osservando la tendenza del terzo semestre, i dati riportano un aumento di +34.000 dipendenti a tempo indeterminato; questa cifra non va a bilanciare la riduzione di 59.000 dipendenti a tempo determinato. Nei mesi di luglio, agosto e settembre l’Istat segnala 12.000 occupati in meno rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, la tendenza negativa vede una ripresa nel mese di ottobre dove viene registrato un aumento di +82.000 lavoratori e una crescita del tasso di occupazione di 0,2 punti.Crescono le retribuzioni lorde su valori annui,con un aumento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Al contempo, su base annua,diminuiscono i disoccupatidi 284.000 unità, facendo scendere, nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione al 7,9%, valore minimo dal 2009. Idisoccupatisono1,98 milioni.Questa diminuzione è preoccupante, secondo Tiziano Treu, Presidente delCnel, perché potrebbe causare un aumento del cosiddettomismatch, ossia losquilibrio tra domanda e offerta di lavoro. Infatti, continua Treu durante la presentazione del Rapporto 2022 sul mercato del lavoro, «le più gravi criticità relative all’incontro tra domanda e offerta si manifesteranno per le professioni tecniche legate alla transizione digitale e per professioni di difficile reperimento nei settori della sanità e dei servizi sociali. Si stima che tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro italiano potrà avere bisogno di 4,1 – 4,6 milioni di occupati grazie dal Pnrr». Sempre nel Rapporto 2022 redatto dalCnel, viene evidenziata unacrescita del tasso di occupazione giovanile del 44,2%,che non si registrava dall’inizio del 2012. Secondo il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, nel mercato permangono disparità nelle opportunità lavorative. Tuttavia, vi è una preferenza per coloro che hanno livelli di scolarizzazione più alti e vengonopenalizzate ancora una volta le donne. Queste appaiono meno presenti nei settori in cui il Pnrr sta investendo; iltasso diinattività femminilesale al 30%, mentre per le donne straniere raggiunge il 40%. Per quanto riguarda la popolazione immigrata, è cresciuto il numero degli occupati sul totale della forza lavoro, raggiungendo il 16% nel 2020. L’elevato numero di forza lavoro straniera è dovuto all’ampia richiesta di lavoro flessibile, poco qualificato e a basso costo. Per esempio, nel settore agricolo, edile e alberghiero si concentra un elevato numero di immigrati uomini; mentre le donne sono più presenti nel settore alberghiero e in quello dell’assistenza domestica e di cura della persona, dove rappresentano il 42,7% del totale, mentre tra le italiane solamente il 7,3%. Come conferma anche il Rapporto delCnel, un fattore sicuramente decisivo per la ripresa, per una crescita potenziale dell’economia e uno sviluppo del mercato del lavoro è il Piano di Ripresa e Resilienza. Bisogna dare spazio al Piano; solamente attraverso l’effettiva attuazione di ciò che è stato stabilito durante la stesura potrà garantire e sostenere la ripresa dell’economia italiana, e così la crescita dell’occupazione.
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