Sembra proprio che la nuova vita deiDuchi di Sussexsia nel mondo dell’intrattenimento. Dopo la docuserieHarry & Meghan, da alcune settimane suNetflix, la coppia sta infatti per lanciareLive to Lead, un nuovoshow, sempre insieme al colosso dello streaming. Sullo schermo non compariranno loro mapersonaggiimportanti della storia recente,divenuti celebri per aver compiuto azioni impattanti per la vita degli altri. Ci sarà l’attivista per il climaGreta Thumberg, la ex Presidente della Corte Suprema americanaRuth Bader Ginsburg, l’ex presidente sudamericano e premio Nobel per la PaceNelson Mandela, la giornalista e attivista femministaGloria Steineme molti altri. Questo progetto vedrà dunque la coppia dietro le quinte, cosa ben diversa da quanto avvenuto conHarry & Meghan, nel qualeriflettori e microfoni sono stati puntati su di loropraticamente per tutto il tempo. Se nelle intenzioni originarie la serie doveva servire afare chiarezza una volta per tutte su cosa sia davvero successotra la coppia (ex) reale e la Corona britannica, al punto da determinare una rottura così netta e iltrasferimento dei due oltre Oceano, questo obiettivo non può dirsi del tutto centrato. I dubbiinfattirimangonoanche dopo sei puntate e interminabili minuti di interviste ai protagonisti e alle persone che li circondano, video inediti e scorci di vita familiare. Ciò che appare molto chiara, invece, è unabeatificazione assoluta della figura di Meghan Markle. Tra le immagini storiche dell’ultimo decennio del secolo scorso trova sicuramente spazio quella diun’auto lussuosa accartocciata sotto il Pont de l’AlmaaParigi. A bordoDiana Spencer e Dodi Al-Fayedche morirono poco dopo. La principessa era un’icona popla cui scomparsa, almeno per quasi tutta l’opinione pubblica, è stata la conseguenza inevitabile dell’invadenza della stampa britannica, la stessa che non ha risparmiato nemmeno colei che poi è diventata la moglie di Harry. Non stupisce quindi, che la trama deldocumentario si muova in gran parte sul parallelismo Diana-Meghan, con quest’ultima ridotta al ruolo di vittima: del sistema, della monarchia e dei tabloid, a un passo dal fare la fine della suocera ma fortunatamente salvata dal suo principe, a differenza di Diana, che non trovò nell’amore reale la spalla alla quale aggrapparsi. Se per quanto riguarda la prima però, l’ingenuità poteva essere giustificata dalla giovanissima età e da un’era in cui le comunicazioni erano decisamente più scarse di oggi, perMeghanlo è decisamente meno. Donna forte, indipendente, attivistaper i diritti umani, l’emancipazione femminile e la lotta al razzismo, con una vita soddisfacente e una carriera avviata ben prima di conoscereHarry, sembra quasi che a un certo punto la sua fermezza svanisca per lasciare spazio solo all’incapacità di reagire e ancor prima di capire cosa stesse accadendo tutt’intorno. Intendiamoci, leaccuse lanciate alla monarchia e ai medianon sono certo banali e minimizzarle sarebbe sbagliato, ma è il modo in cui si è scelto di raccontarle a non funzionare troppo. Meghan non sarebbe mai stata accettata dalla famiglia reale britannica, a causa, secondo la coppia, della sua bi-razzialità e di unrazzismopresente in modo sistemico non solo nella famiglia Reale main tutta la Gran Bretagna. «Non sono mai stata davvero trattata come una donna di colore fino a quando non sono arrivata in Gran Bretagna», sostiene Markle in una puntata dello show nella quale il razzismo viene usato anche come chiave di volta per spiegare laBrexit, scelta dagli inglesi proprio per il loro desiderio di proteggere tutto ciò che sia puramente british e lasciare fuori il resto. Ma come già accennato, non sono i Reali i nemici numero uno per i Duchi, bensì la stampa britannica, che oltre ad assediarli avrebbeinventato notizie negative sul conto di Meghan, scandagliandone i rapporti con il padre, le amiche, la nipote e i parenti più disparati. Una spirale di falsità che ha stretto l’ex attrice in una morsa di disperazione culminata con ilpensiero del suicidio e seguita dalla scelta dei due di allontanarsi dall’Inghilterrae di non essere più membri attivi dellaCorona. Decisione non digerita da William, che avrebbe urlato contro al fratello e dal resto della famiglia, che non ha mai capito perché la moglie non potesse fare buon viso a cattivo gioco e cercare di convivere con le invadenze della stampa, come tante donne prima di lei. «Ho spiegato loro che la questione razziale rendeva diversa la cosa», ha detto Harry. Inutilmente, visto che da allora i rapporti tra le parti sono stati minimi, e nemmeno la morte dellaRegina Elisabetta IIè riuscita ad avvicinarle. La Gran Bretagna ha una storia coloniale forte e sono stati inmolti a credere che la favola della principessa afro americanache arriva a Palazzo potesse aiutare a scardinare i giudizi e pregiudizi di una nazione che ancora oggi sembra fare fatica a fare i conti con il passato. Le aspettative però probabilmente erano troppo alte e ciò che rimane, oggi, non è molto più di un documentario.
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