Fino a una settimana fa era uno dei tanti assistenti all’Europarlamento, ma ora si ritrova al centro di una bufera che rischia di danneggiare tremendamente la credibilità delle istituzioni comunitarie. Francesco Giorgi, 35 anni, è una delle figure chiave del cosiddettoQatargate, l’inchiesta della magistratura belga su come Qatar e Marocco avrebberocorrotto europarlamentari e funzionariper influenzare la politica comunitaria in loro favore. Al centro di questa rete ci sarebbe l’ex eurodeputatoAntonio Panzeridi cui Giorgi è stato per molto tempocollaboratore fidato. Il testimone più importante finora è stato proprio l’assistente parlamentare italiano che, dopo l’arresto, havuotato il sacco con gli inquirentisu quello che rischia di essere il più grande caso di corruzione nella storia del Parlamento europeo. Nato da un’insegnante e da un preside, Giorgi cresce ad Abbiategrasso dove è ricordato come il «surfista dell’Idroscalo». Si laurea quindi in Scienze Politiche allaStatale di Milano. Il suo rapporto con Panzeri inizia circa tredici anni fa. In occasione di una conferenza i due si conoscono e Giorgi chiede all’allora eurodeputato di essere preso per unostage. La proposta è accettata. È l’inizio di un lungo sodalizio. Panzeri introduce il giovane ventiduenne nei salotti della politica. Lui dimostra di sapersi muovere bene e così, quando nel 2019 Panzeri non viene ricandidato, passa a lavorare per un altro parlamentare dell’eurogruppo socialista S&D, il piddinoAndrea Cozzolino(oggi autosospeso). Del politico Giorgi è consulente per i rapporti dell’Ue con i Paesi del Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria). Il rapporto con Panzeri sopravvive però anche alla mancata rielezione dell’ex sindacalista: i due continuano a collaborare e a rimanere in rapporti stretti. Nel frattempo Giorgi conosceEva Kaili, politica greca e ormaiex vicepresidente dell’Europarlamento. I due sono compagni e dalla loro unione è nata anche una bambina che oggi ha 22 mesi. Poi una settimana fa la tempesta: le forze dell’ordine belghe fanno irruzione nella casa di Kaili e trovano 750mila euro in contanti. Altrettanti vengono ritrovate nelle abitazioni di Panzeri in Italia e Belgio. Sonole prove del Qatargate. Kaili èarrestata insieme a Giorgiche decide di parlare con gli inquirenti. Racconta di essere stato ilresponsabile della «cassa»dell’organizzazione corruttiva di Panzeri. Il tutto per soldi di cui, ha ammesso lui stesso,non aveva bisogno. Giorgi improvvisamente è sotto i riflettori. Soprattutto della magistratura che vuole capire chi c’era nella rete corruttiva. Lui nel suo interrogatorio ha detto agli inquirenti cheKaili dei soldi in casa non sapeva nullae ne ha quindi chiesto la liberazione. Una linea condivisa dagli avvocati dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo. Ma se le parole di Giorgi sono state una boccata di ossigeno per la politica greca, lo stesso non si può dire per gli altri soggetti coinvolti. Lo spettro dell’intervento dei servizi segreti e dell’allargamento dell’inchiesta sono sempre più concreti. E le parole dell’assistente parlamentare di Abbiategrassorischiano di travolgere i luoghi di potere di Bruxelles.
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