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Qatar: pronto a sganciare una bomba climatica?

 

Per rimanere entro la soglia di 1,5 gradi di aumento delle temperature globali va cessato immediatamente qualsiasi investimento e sviluppo in nuovi giacimenti legati alle risorse fossili. Questa è laconclusionedi un rapporto dell’International Institute for Sustainable Development(Iisd). Ma la realtà economica e geopolitica continua a presentare un quadro diametralmente opposto, dovesono previstiinvestimenti per 932 miliardi di dollari, entro il 2030, dedicati allo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio, carbone e gas. Con quest’ultima risorsa in grande espansione grazie anche alle politiche di una nazione: ilQatar. Da decenni il Paese guidato dall’emiroTamim bin Hamad Al Thani ha fondato il suo sviluppo economico sullosfruttamento degli immensi giacimenti fossilipresenti nel Golfo Persico, in particolare ilNorth Field:un’area di circa 6000 km2 checontienerisorse per oltre900.000 miliardi di metri cubi di gas, pari al 10% delle riserve planetarie, e che viene considerato dagli espertiil più grande giacimento di gas naturale al mondo. Lo sfruttamento intensivo di quest’area potrebbe compromettere definitivamente i piani dimitigazione climaticae, secondo leultime analisidella OngBankTrack,comporterebbe il rilascio addizionale di 50 giga-tonnellate di CO2 nell’atmosfera, con danni potenziali fino a 20 trilioni di dollari e 11 milioni di morti. Una “carbon bomb” estremamente pericolosa, le cui emissioni del 2021 provocheranno da sole danni per 200 miliardi di dollari: «C’è un’enorme quantità di emissioni che sta per provenire dalpetrolioe dal gas prelevati dal Qatar, anche se fino a ora non c’è stata molta attenzione. Quello che sta accadendo in Qatar è orribile nei termini di questi progetti e anche riguardo le condizioni dei lavoratori, ma qui c’è un livello di ipocrisia perché il Qatar non sta agendo da solo», hadichiaratoHenrieke Butijn, attivista per il clima e ricercatrice pressoBankTrack. Intorno ai giacimenti della nazione qatariota ruotano enormi interessi economici egeo-strategicicon rilevanza planetaria. Laguerra in Ucrainaha costretto i Paesi europei ad affrancarsi rapidamente dal gas russo cercando alternative nel mercato globale, soprattutto in Africa e in Medio Oriente, con notevoli vantaggi per i Paesi del Golfo: «Il Qatar è in una posizione migliore di chiunque altro per trarre vantaggio dalla situazione in Europa. I concorrenti o sono bloccati da problemi politici come Iran e Libia o, come Nigeria o Algeria, non hanno le risorse per fornire i volumi aggiuntivi necessari», haaffermatoChakib Khelil, ex presidente dell’Opec. Nelle ultime settimane la Germaniaha siglatocon l’Emirato un contratto legato al gas naturale liquefatto dalla durata quindicennale a partire dal 2026, mentre la Cina, affamata di energia per il suo sviluppo industriale,ha conclusoil più lungo accordo energetico al mondo, grazie al quale per 27 anni riceverà annualmente 4 milioni di tonnellate di gnl dal Qatar. Questo insieme di contratti permetterà al Paese arabo diespanderela produzione del 43%, da 77 milioni di tonnellate annue a 110 Mtpa, grazie alla joint ventures con le società energeticheTotalEnergies, ExxonMobil, ConocoPhillips e Shell. Anche le società italianeEnieSaipemparteciperanno allo sviluppo del giacimento North Field, in un progetto complessivo dal valore di oltre 28 miliardi di dollarisostenutodirettamente o indirettamente dalle più potenti banche del pianeta.

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