C’è un mondo che cambia, si trasforma, lo fa velocemente, quasi senza lasciare fiato e tempo di ripresa. C’è unacrisi sanitariache ci ha appena dato un attimo di tregua e calma (apparente?), e un’altra crisi, quellaeconomicache sta toccando livelli mai toccati prima. Mentre lacrisi socialesembra ormai sfuggita dal controllo. Ci sono leaziende, le piccole e grandi imprese e gli imprenditori, che nel caos di questi anni si sono trovati a dover escogitare modi nuovi persopravviveree tenere a galla quanto costruito. C’è chi non è riuscito, guardando sprofondare i sacrifici di una vita. C’è chi, oggi, può dire di avercela messa davvero tutta e di essere riuscito a venir fuori dalla tempesta insidiosa. Echi ce l’ha fatta sono “«e aziende che hanno posto al centro delle propriestrategie politiche di sostenibilità,gli imprenditori e le imprese che hanno saputo integrare nei propri modelli economici la creazione di valore condiviso con il territorio». Lo ha sottolineatoGiuseppe Lasco, Conditrettore GeneralePoste Italiane Spanel suo intervento per ilrapporto edito daMarsilio Editori, con il supporto di Igt,dal titolo “Quando la cultura incontra la sostenibilità”. Ilreport, il XIII dell’Associazione Civita,nasce per raggiungere un obiettivo ambizioso: indagare ilruolo che la cultura giocaall’interno delle pratiche di sostenibilità intraprese dalle aziende e nell’ambito dellepolitiche museali. Ciò che è emerso è che nel nostro Paese, dotato di un immenso e straordinariopatrimonio artistico e culturale, le aziende di maggiore successo sono quelle che riescono a coniugare all’interno del proprio modello di business sostenibilità e attenzione al patrimonio culturale e ambientale: essere sostenibili oggi è un fattore critico di successo per un’impresa che voglia presidiare il mercato in modo stabile e duraturo. E la sostenibilità deve essere unpilastro dellacultura aziendale. Allo stesso modo, la sfida dellasostenibilità,e, in particolare, quella ambientale sta assumendo gradualmente unadimensione strategica anche per imusei italiani, che si sono già da tempo resi protagonisti dell’impegno per una sfida di sostenibilità in una pluralità di forme: dalla gestione dei propri spazi fisici alla produzione di contenuti culturali specifici, alla promozione di comportamenti virtuosi presso il pubblico. Dall’indagine di Associazione Civita è emerso che proprio i musei possano essere potente mezzo di comunicazione per lanciaremessaggi sostenibili,essendo essi stessi spazi in cui si possono adottare comportamenti a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda il mondo imprenditoriale, l’indagine di Civita, attraverso una serie di ricerche condotte negli anni, ha voluto monitorare anche le attitudini delle imprese italiane aintervenire in maniera sostenibile nel settore culturale,rilevandone tendenze e trasformazioni: quello che è apparso evidente dagli studi è che le motivazioni che spingono le imprese a intervenire nel settore culturale sono per lo più legate ad aspetti pro sociali, reputazionali e/o relazionali e che gli interventi sono riassumibili in6 cluster. C’è chi decide di fornire supporto aimuseio alle organizzazioni culturali e artistiche; chi offre supporto a iniziative di sostegno a comunità locali e per l’inclusione sociale; chi supporta progetti di sviluppo locale, riqualificazione territoriali e interventi di infrastrutturazione energetica o tecnologica; chi organizza attività di divulgazione scientifica e tecnologica con target mirati ai giovani per parlare di sostenibilità; chi organizza eventi culturali, convegni e seminari; e, infine, chi crea iniziative culturali, di formazione e di sensibilizzazione rivolte ai dipendenti. Guardando al futuro, poi, nell’ambito delle proprie strategie di sostenibilità, le aziende affermano di voler continuare asostenere attivitàlegate agli ambiti del sociale, della formazione e della cultura. Se da un lato, sembra che le imprese abbiano compreso l’importanza del fattore“sostenibilità culturale”nel campo dell’innovazione sociale e per affrontare le sfide contemporanee, ora più che mai è fondamentale che quello sostenibile non diventi un “atteggiamento di facciata”: le imprese, cioè, non devono rendersi sostenibili solo adottando una serie di misure di cautela nei confronti dell’ambiente e della società, ma devono essere in grado di procurarsi tutti gli strumenti necessari a valutare i benefici delle loro azioni nella sostenibilità e saperne riconoscere il giusto valore. Per ottimizzare le relazioni tra il mondo dell’impresa e quello culturale, è fondamentale uncambiamento di approccioanche in quest’ultima realtà: anche i musei e le realtà culturali, così come le imprese, devono ripensare il loro modello di sostenibilità, puntando a costruire dei modelli che stringano forte i nodi delle relazioni con le imprese e li aiutino a comunicare efficacemente all’esterno il patrimonio culturale di cui godiamo e quello economico e sociale che da questo può nascere. Nella sostanza, è fondamentale un lavoro dicoordinamento reciproco tra imprese e settore culturale per dare voce a processi disostenibilità culturale: il capitalismo contemporaneo, infatti, vede le imprese perseguire obiettivi di sviluppo che consentano il soddisfacimento di esigenze provenienti da società sempre più sensibili ai valori della sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Così, le imprese devono investire di più in attività culturali e le attività culturali devono imparare a impegnarsi per co progettare iniziative di impatto sociale insieme alle imprese. Tanto le imprese quanto i musei sono, quindi, chiamati a guidare in modo innovativo il cambiamento, ponendo la sostenibilità come pilastro centrale del proprio operato, non solo con narrazioni suggestive, ma soprattutto attraversoazioni concretee misurabili.
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