Il 2023 sarà l’anno diExpo 2030. A novembre, infatti, verrà pronunciato il verdetto – emesso con voto segreto da 170 Paesi – su quale città si aggiudicherà la prossima Esposizione Universale: una vetrina mondiale dove presentare la propria idea di futuro, un motore diinvestimentie opere pubbliche da50,6 miliardi di euro e 300.000 nuovi posti di lavoro. L’Italia farà il tifo perRoma, che dovrà vedersela con le contendentiBusan(Corea del Sud),Riyadh(Arabia Saudita) eOdessa(Ucraina), sulla quale pesa l’incognita del conflitto in corso. Un altro conflitto, la Seconda guerra mondiale, fece naufragare la prima Esposizione prevista a Roma nel 1942, e da allora la città eterna aspetta la sua occasione. Sarà pronta? Il 23 gennaio la Capitale accoglieràDimitri Kerkentzes, il segretario generale del Bureau International des Expositions (Bie), al quale a settembre il Comitato promotore di Expo Roma 2030 presieduto daGiampiero Massoloe diretto daGiuseppe Scognamigliohaconsegnatoildossierdella candidatura. Un documento di618 pagineche ha coinvolto docenti e professionisti internazionali sotto la guida dell’architettoMatteo Gatto, già Chief architect e direttore della Visitor experience di Expo Milano 2015.Il temascelto da Roma è ‘Persone e territori: rigenerazione, inclusione e innovazione’. Parole ancora da riempire, ma a tracciare una direttrice ci pensa ilmasterplandiExpo Roma 2030, un documento di indirizzo strategico realizzato dallo studio di progettazione e innovazione CRA-Carlo Ratti Associatiinsieme all’architettoItalo Rotae all’urbanistaRichard Burdett. Il cuore dell’Esposizione verrebbe installato nell’area diTor Vergata, in un piano diriqualificazioneesemplificato dalla messa in funzione delleVeledella disabitata Città dello sport, l’incompiuta dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009. Unanuova rete di trasporti e mobilità sostenibilecollegherebbe l’ingresso del sito espositivo con i siti archeologici della via Appia e altri monumenti storici di Roma. Lo studio ha inoltre presentato quelle che definisce«il più grande parco solare urbano al mondo», dotato di una superficie fotovoltaica di150.000 mqe una capacità produttiva di picco di circa36 megawatt. «La strategia energetica è tra i progetti che abbiamo maggiormente a cuore», ha affermato il sindaco di RomaRoberto Gualtieri, che al tavolo tecnico degli Stati Generali di luglio 2022 aveva annunciato: «Non sarà l’Expo del cemento ma del verde». «Il proposito – si legge nellaletteracon cui il presidente della Repubblica SergioMattarellaha accompagnato il dossier della candidatura – è quello di creare un’esposizione che ambisca aun futuro policentrico e veramente inclusivo, che offra a ogni essere umano le stesse opportunità, sia in tema di infrastrutture e servizi, sia per quanto riguarda lo sviluppo culturale e sociale».
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