In attesa dellenuove normeproposte dall’Europa a livello di imballaggi, quelle improntate su più riuso e vuoto a rendere e che attualmente stanno seguendo un lungo iter, il packaging alimentare sta puntandosempre di più su carta e cartone.Attualmente si cercano infatti – anchesecondo le richieste dei consumatori- sempre più alternative allaplastica. In questo, a livello europeo,l’Italia è ormai protagonista dell’economia circolarenel riciclo degli imballaggi incarta e cartone: il tasso medio è arrivato all’85%, anticipando gli obiettivi europei per il 2030.Si va dai prodotti lattiero caseari a quelli da forno, passando per imballaggi vari e rivestimenti in carta: oggi gli imballaggi alimentari sono il 38% del food e il 37% del beverage euniti costituiscono due terzi dell’immesso al consumo degli imballaggi. Come raccontano consorzi ed esperti alSole24Ore,nello sviluppare una economia virtuosa sempre più improntata su carta e cartonesi inseguono anche i desideri dei clienti:oggi il consumatore riconosce maggiore qualità a un prodottosoprattutto se è confezionato con unpack green,se l’imballaggio non è rigido, e se appunto dimostra una certa flessibilità e sostenibilità. Più c’è ricerca nella produzione di un imballaggio avviabile al riciclo, più questo viene a sua volta riconosciuto dai consumatori. Secondo una ricerca sviluppata dall’Osservatorio innovazione packagingdell’Università di Bologna, a oggi invecela plastica, tra i materiali flessibili, è quella che viene considerata come maggiormente inquinantee non totalmente riciclabile. Attualmente, nello studio di imballaggi sempre più amici dell’ambiente, le aziende del packaging flessibileinvestono mediamente ogni anno dal 3 al 4% del fatturatonella progettazionedi nuovi materiali. Uno dei prodotti che punta ad ampliare ulteriormente la sua riciclabilità è anche iltetrapak: si stanno investendo 2 milioni di euro per portare il tasso di riciclo dei cartoni per bevandea circa il 60% entro il 2025, un tasso che è quasi il doppio di quello del 2021 (36,5%). Lo scopo degli investimenti del tetrapak passa per il tentativo di ridurre sempre di più la plastica vergine con origini fossili e allo stesso tempo eliminare le componenti in alluminio e aumentare invece la quota di carta, il tutto senza compromettere sicurezza alimentare e conservazione dei cibi. Il traguardo finale sarà esattamente in linea con le ambizioni che oggi l’industria dell’imballaggio italiana ha messo sul piatto per quasi tutti i suoi prodotti: ovvero realizzare contenitori fatti con materiali provenientida fonti rinnovabili, oppure riciclati,in modo da accrescere ulteriormente l’economia circolare, promuovendo oltretuttopiù “fibra” e meno plastica.
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