Sapevi che esiste lalaurea in Comunicazione digitale per videogiochi? E quella inBiotecnologie marine? Se la risposta è negativa e il prossimo anno vorresti frequentare un corso universitario scientifico ma non hai idea di quale scegliere, o conosci qualcunǝ che deve trovare la sua strada, probabilmente dovresti seguire la pagina InstagramSpill the Ste(A)m. Nata all’interno dell’associazioneWomen&Tech® ETS, si tratta di unprogetto social di divulgazione scientifica e orientamento universitariorivolto a ragazze e ragazzi dell’ultimo anno discuolasuperiore. A portarlo avanti sonoAlessia Soru, Eleonora Torchia e Martina Oroietti, tre giovani laureate in disciplineStem, insignite del ruolo diYoung Ambassador Women&Teche accomunate dall’ambizione diabbattere le differenze di generein ambito scientifico – ma non solo – e dalla consapevolezza cheindividuare il percorso universitario giusto per sé è molto complesso,soprattutto a causa della mancanza di informazioni. «Ho sempre saputo di voler intraprendere una carriera scientifica, ma solo grazie a una giornata di orientamento organizzata nel mio ex liceoho scoperto l’esistenza della laurea triennale in biotecnologiache ho poi frequentato – spiegaAlessia Soru- Senza quel passaggio probabilmente non sarei stata in grado di prendere una decisione coerente alle mie aspettative e confrontandomi con le ragazze che mi affiancano in questo progetto ho trovato in loro storie simili. I momenti dedicati all’orientamento sono preziosi ma rari, e anche quei pochi spesso indirizzano verso corsi più comuni,ignorando molte novità in ambito scientificoma non solo, con sbocchi lavorativi interessanti.Spill the Ste(A)mè nato proprio da questa consapevolezza e dalla voglia di provare ad aiutare i giovani a trovare la loro strada tra le tantissime opzioni esistenti e a scegliere corsi di laurea inerenti alle loro aspirazioni». Scientifiche ma non solo, visto che tra le prerogative di Women&Tech, che da anni si occupa di sviluppare una community di donne preparate e consapevoli e di abbattere ilgender gap, c’è quella di credere chenon possa esistere progresso scientifico senza conoscenza delle discipline umanistichee che la contaminazione tra i due mondi sia alla base del progresso. Non a caso l’associazione è stata la prima in Italia a introdurre laAdiArtsnell’acronimo Stem, trasformandolo inSteAm. Per raccontare questo mondo alle giovanissime e ai giovanissimi il progetto editoriale Spill the Ste(A)m si focalizza soprattutto su tre filoni:Steam e innovazione, lavori del futuro e inclusione e Gender Equity. «Del primo fanno parte rubriche comeFalsi miti sulla scienzaoCuriosità scientifiche, ma anche news dal mondo in campo scientifico e tecnologico e consigli di podcast e libri a tema; mentre nel secondo ci concentriamo sull’orientamento», spiegaMartina Proiettilaureata inComunicazione digitale in aree gaming, un ambito nel quale ilgender gapè ancora più presente che altrove. «La classe che frequentavoera tutta maschile, le uniche eccezioni eravamo io e un’altra ragazza. A scoraggiare le donne ad approcciarsi a questo settore sono fattori principalmente culturali. Fin da piccole alle bambine vengono regalate le bambole mentre ai fratelli i videogames; e anche quando crescendo e decidono di giocare a livello professionistico vengono bistrattate e considerate meno competitive degli uomini». Anche per contrastare questi fenomeni e tutti glistereotipiche ruotano intorno albinomio scienza-donne, in Spill the Ste(A)m si parla molto di inclusione eGender Equity, raccontando i progetti di WomenTech e portando alla conoscenza di chi segue la pagina levite di figure femminili che hanno raggiunto obiettivi importanti in ambito Steam. «I nostrifollowersono per l’80% donnee questo se da un lato questo ci rende orgogliose, dall’altro ci fa capire che la strada verso lo sdoganamento di certi pregiudizi è ancora lunga – sottolineaEleonora Torchia- Forse il fatto che il progetto porti le firme di tre ragazze e si occupi in modo prominente di parità di genere in ambito scientifico fa credere ai ragazzi che non si stia parlando a loro ma non è così.La vera uguaglianza si raggiunge solo se tutti ci credonoe partecipano al processo di cambiamento, per questo speriamo di alzare presto il numero di follower maschi. Intanto al team di Young ambassador s’è aggiunto un ragazzo, Riccardo, chissà che questo non sia di buon auspicio». Il progetto Spill the Ste(A)m è nato durante la pandemia e ha avuto la sua naturale evoluzione sui social male ragazze vorrebbero presto di renderlo live. «Ci piacerebbe moltoandare nelle scuolea fare quella formazione che a noi è mancata, a parlare con i ragazzi raccogliendo le loro perplessità e raccontando la nostra esperienza», concludono.
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