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Come stanno i bimbi?

 

“Come stai?” Una domanda semplice, che molti bambini e ragazzi avrebbero voluto sentirsi rivolgere dal 2019 a oggi, ma che invece molto spesso non hanno ricevuto. Ma, effettivamente,come stanno i bambini e i ragazzi in Italia? A dare una risposta ci ha provatoSave the Children, attraverso la tredicesima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia.Ciò che è emerso è prima di tutto che quasi1 milione e400.000 minori vivono in povertà assoluta(circa 14,2% del totale, con una crescita di due punti percentuali nel Mezzogiorno). Un dato che fotografa fortidisuguaglianze socioeconomicheche impattano sullasalutedeibambini, penalizzando le frange più fragili della popolazione, soprattutto per quanto riguarda i servizi di cura, prevenzione e promozione della salute e del benessere psico-fisico. Per contrastare il fenomeno è nato il Data hub diSave the Children, uno spazio virtuale aperto a tutti dedicato alla raccolta e alla diffusione costante di informazioni, dati, analisi e ricerche sull’infanzia e sull’adolescenza, in Italia e nel mondo. Aspettative di vita Tornando al report, se in Italiala speranza di vita alla nascita al 2021 è pari a 82,4 anni, l’aspettativa oscilla notevolmente nascendo a Caltanissetta (80,2) o a Firenze (83,9). La forbice è ancora più ampia per quanto riguarda l’aspettativa di vita in buona salute, con oltre 12 anni di differenza, per esempio, tra chi nasce nella provincia di Bolzano (67,2 anni) e chi in Calabria (54,4 anni). Per le femmine la situazione è peggiore, con gli anni di differenza che arrivano a essere 15 in meno in Calabria rispetto al Trentino. Effetti della pandemia Nel biennio 2020-21,gli effetti della pandemiahanno inciso più o meno direttamente anchesullasalute dei bambini. Per esempio, le vaccinazioni nei primi mesi di vita hanno subito una significativa riduzione e si è verificata una contrazione drastica delle diagnosi di tumore pediatrico (-33% nel 2020). Le conseguenze del periodo pandemico hanno riguardato anche lasalute mentaledipreadolescentieadolescenti. In 9 regioni monitorate i ricoveri per patologie neuropsichiatriche infantili sono infatti cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021, rischiando di portare al collasso i reparti specifici. Le prime due cause di queste patologie sono psicosi e disturbi del comportamento alimentare e in tutto il Paese si contano solo 394 posti letto in degenza. Quella appena descritta non è tuttavia una problematica sorta parallelamente alCovid-19. Secondo le stime, infatti, già prima delle ondate pandemiche 200 bambini e ragazzi su 1.000 manifestavano undisturbo neuropsichiatrico. Di questi appena un terzo poteva accedere a un servizio territoriale di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e nella metà dei casi non riusciva ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate nel proprio territorio. Tra i 3 e i 10 anni a entrare in gioco e creare i primi divari è anche ilfattore ambientale. Lacementificazionedei centri urbani, l’assenza di spazi verdi, la deprivazione abitativa, il caro bollette gravano direttamente o indirettamente sul benessere psicofisico dei ragazzi. Lo stesso vale per lasituazione economia familiare: per i nuclei più poveri quasi metà del bilancio mensile è destinato all’abitazione (47% circa al Centro Nord e 41% nel Mezzogiorno), mentre le più abbienti spendono in termini assoluti il triplo per questa voce che incide però solo per il 1/3 del loro bilancio familiare. Inclusione scolastica Nel caso deibambini con disabilità o limitazioni funzionali, il modello italiano di inclusione scolastica è tra i più avanzati al mondo, ma l’attuazione lascia a desiderare. In media,solo il 32% delle scuole, infatti, è privo di barriere architettonicheper alunni con disabilità motoria. Anche in questo caso però esistono differenze visto che si supera appena il 40% nelle due regioni considerate più organizzate (Lombardia e Marche) e si crolla al 23% in Campania e la Liguria. Solo unascuolasu 100, invece, è dotata di ausili per agevolare l’accessibilità degli alunni ipovedenti o con cecità. A scarseggiare sono anche gliinsegnanti di sostegno. Nello specifico si calcola che nell’anno scolastico 2020/2021 le alunne e gli alunni disabili nel sistema scolastico pubblico ammontassero a più di 268.000, il 3,6% del totale degli studenti, e gli insegnanti di sostegno erano appena 152.000 circa, di cui un terzo senza una formazione specifica. Come stanno gli adolescenti? Gliadolescentivanno incontro a difficoltà particolari. Secondo un recente studio svolto tra 30.000 studenti delle scuole superiori e dell’università,più di 1 su 4 nei primi mesi del 2022 ha avuto esperienze di disturbi alimentari(28%), il 15,5% ha sperimentato atti di autolesionismo, il 10% ha fatto uso di droghe e il 12% di alcol in quantità eccessive. Nel 2021, poi, fumava circa un adolescente tra i 14 e i 19 anni su 10. Anche l’isolamento volontario riguarda un numero significativo di adolescenti. Tolte le condizioni peculiari imposte dalle restrizioni per il Covid-19 e delle uscite per recarsi a scuola, il 5,6% degli studenti riferisce di non lasciare mai la propria casa o la propria stanza per attività extrascolastiche. C’è poi la spinosa questione dell’educazione sessuale. Nonostante l’Oms raccomandi di predisporre programmi educativi, considerandoli elementi imprescindibili tutelare la salute ma prevenire fenomeni di abuso e bullismo, l’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione europea (insieme a Bulgaria, Croazia, Lituania e Romania) nei quali i corsi di educazione sessuale non sono obbligatori. Nella fase adolescenziale anche ledisuguaglianze di genereincidono profondamente. La possibilità di andare incontro a una pubertà precoce, per esempio, è da 10 a 20 volte superiore nelle bambine e anche la celiachia o i disturbi alimentari hanno una prevalenza femminile, mentre le problematiche legate allo spettro autistico, invece, sono 4 volte più frequenti nei maschi. Come stanno i piccoli migranti? Non meno importanti le difficoltà psicofisiche a cui vanno incontro i bambini e gli adolescenti che affrontano unamigrazione. I minori stranieri non accompagnati in Italia sono circa 17.000 e tra di loro si segnalanodepressione e disturbo post traumatico da stressnei primi anni dopo il reinsediamento, a causa di traumi e violenze subite durante la fuga dal loro Paese e viaggi che possono protrarsi per mesi o addirittura anni. A fronte di quanto emerso dall’osservatorio, le richieste più urgenti mosse daSave The Childrensono quelle di attivare nuove Case della Comunità finanziate dal Pnrr comepresidio per la salute dell’infanzia e dell’adolescenza, colmare il gap di 1.400 pediatri assenti per assicurare il sevizio a tutti i bambini, garantire a livello regionale i più avanzati screening neonatali, realizzare interventi sistematici per la prevenzione e la cura del disagio mentale degli adolescenti, ma anche assicurare la mensa scolastica e attività sportive gratuite per combattere povertà alimentare e promuovere stili di vita più sani.

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