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Onu: «Russia e Ucraina hanno torturato i prigionieri»

 

Russia e Ucraina hanno torturato i prigionieri di guerra durante i nove mesi del conflitto ancora in corso iniziato a febbraio di quest’anno. A riportarlo è l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani(Ohchr), che ha analizzato i risultati raccolti dal gruppo di monitoraggio sulla base delleintervisterealizzate su 159 prigionieri di guerra detenuti dalla Federazione Russa e 175 detenuti dall’Ucraina. L’Osservatorio delle Nazioni unite, si legge nelrapportopubblicato il 15 novembre, ha documentato «trattamenti che possono equivalere a torture o trattamenti disumani». Tra questi percosse, minacce di violenza sessuale e scosse elettriche distribuite con il taser o mediante il telefono militare “Tapik” TA-57. Molti prigionieri ucraini hanno affermato che i soldati russi li hannotrattati con rispettoal momento della resa e che gli ufficiali li avevano protetti da qualsiasi tentativo di umiliarli, minacciarli o picchiarli. Tuttavia la maggioranza di loro si è lamentata delsaccheggiodei propri averi, inclusi denaro, carte bancarie, gioielli, abiti, stivali e orologi. Un prigioniero ucraino è morto in una struttura di detenzione improvvisata tre giorni dopo la sua cattura perché non gli era stata fornita un’adeguata assistenza medica. Diversi altri sono stati internati incelle sovraffollateo in luoghi come garage, fienili e fabbriche, senzaservizi igienico-sanitario condizioni di vita dignitose. «La maggior parte dei prigionieri di guerra catturati da entrambe le parti in conflitto è detenuta in strutture di detenzione preventiva e colonie penali, inviolazione del diritto umanitario internazionale(Diu), il quale prescrive che i prigionieri di guerra non debbano essere tenuti in isolamento e debbano essere accolti in condizioni favorevoli», afferma il rapporto dell’Onu. Oltre l’80% degli ex prigionieri di guerra ucraini intervistati dall’Ohchr si è lamentato della quantità insufficiente o della scarsa qualità del cibo, al punto che «alcuni hanno identificato la fame come la sofferenza più grave subita durante la prigionia». In alcuni casi il cibo è diventato strumento di umiliazione, alcuni prigionieri hanno riferito di essere svenuti o di aver perso fino a un quarto del loro peso. In genere agli ex prigionieri ucraini intervistati non era richiesto di svolgere un lavoro durante l’internamento, ma in un caso documentato dall’Ohchr i prigionieri sono stati utilizzati percaricare munizionidi artiglieria, in violazione dei diritti sanciti dallaTerza convenzione di Ginevrarelativa al trattamento dei prigionieri di guerra. Degli ucraini intervistati solo una manciata di loro è stata autorizzata a chiamare o inviare messaggi ai propri parenti, su base informale, e a nessuno è stata data la possibilità di inviare lettere. «Non riesco a spiegare quanto sia difficile per me. Mala parte più difficile di tutto questo è continuare a spiegare alla nostra figlia piccola perché suo padre ha smesso di chiamare», ha riferito all’Ohchr la moglie di un prigioniero ucraino. «Il divieto di tortura e maltrattamenti è assoluto, anche, anzi soprattutto, in tempi di conflitto armato», ha dichiaratoMatilda Bogner, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina. La prevenzione della tortura inizia con la garanzia che osservatori indipendenti abbiano accesso ai detenuti», ha aggiunto. «La Federazione Russa – ha concluso – deve consentire, su base regolare,l’accesso pieno e senza ostacoli ai luoghi in cui possono trovarsi i prigionieri di guerra, in particolare i luoghi di internamento, anche consentendo colloqui riservati con i prigionieri di guerra. L’Ohchr rinnova i suoi appelli alle autorità russe affinché lo facciano prontamente».

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