Il fischio d’inizio deiMondiali in Qatar, i primi della storia a svolgersi in inverno, è ormai vicinissimo. La nostra Nazionale non sarà della competizione ma gli appassionati di calcio, a partire dal 20 novembre, potranno seguire le gesta di alcuni tra i più grandi campioni al mondo, già pronti a sfidarsi in stadi scenografici e ultra moderni. Impianti sportivi luccicanti da un lato, ma oscuri dall’altro visto che, per la loro costruzione, un numero altissimo-anche se non ben precisato – di persone haperso la vitaa causa di turni impossibili e condizioni di lavoro oltre ogni limite: si parla dialmeno 6.500,ma potrebbero essere molte di più e, nonostante il governo qatariota abbia provato in tutti i modi a insabbiare la notizia, sono tanti i media internazionali a essersene occupati. Tra questi anche la piattaforma svedese d’inchiestaBlackspot, che ha scelto un modo originale per trattare l’argomento: la realizzazione del sitoCards of Qatar, contenente unvirtuale album di figurineche a una prima occhiata sembra raffigurare i volti degli idoli del pallone, ma che in realtàritrae i tanti lavoratori dalla vita sacrificataaffinché questi idoli potessero calcare campi verdi costruiti nel deserto. L’idea di questo progetto-denuncia è merito delgiornalista Martin Schibbye, direttore e fondatore diBlackspot, che l’ha poi realizzata grazie a unacampagna di crowdfundinge al coinvolgimento di diversi inviati in Nepal, India e Bangladesh, i luoghi dai quali provenivano la maggior parte dei lavoratori. Lì i cronisti Udwab Bhatterai, Somya Lakhani, Muslima Jahan Setu, Mohammed Owasim Uddin Bhuyan hanno raccolto letestimonianze delle famigliee aiutato nella ricostruzione delle storie di ragazzi morti nel nome di un gioco che gioco non è. Le figurine virtuali su un latosi presentanoin tutto e per tutto simili a quelle dei calciatoricon volti immortalati in primo piano, belli e luminosi. Sotto di essi campeggia la bandiera del Paese di appartenenza e a sinistra un numero. Ma le facce non sono di Messi, Mbappé, Benzema o Lewandowski, le Nazioni non corrispondono alle qualificate al torneo e il numero non è quello di maglia, bensì l’età che avevano le persone al momento della morte. Le cards hanno anche un retro sul quale poche righe raccontano la vita di questi ragazzi, arrivati inQatarcon grandi sogni e la convinzione che lavorare alla costruzione degli stadi potesse rappresentare per loroun’occasione di riscatto sociale. Molti erano partiti da casa alcuni anni fa, poco dopo l’assegnazione del Mondiale al Paese mediorientale. La nomina aveva dato il via a unacampagna di reclutamento di manodopera a basso costonelle zone più povere del mondo, trasformatasi presto inforza lavoro schiavizzata. Con queste premesse non era difficile immagine che i cantieri delle tantecattedrali nel deserto, il cui utilizzo si concentrerà nel tempo di una partita o poco più, si sarebbero trasformati incimiteri a cielo aperto, stracolmi di morti poco chiare e tutte tristemente simili perché attribuite a fantomatichecause naturali. In alcuni referti si parla di problemi al cuore, in altri all’apparato respiratorio, ma senza mai entrare nel merito o definire colpevoli che non siano il fato o la sfortuna, così daimpedire alle famiglie di intentare cause giudiziarieo sperare, almeno, in un risarcimento economico. La prima fase del progetto è stata virtuale e ha vissuto esclusivamente sul sito ma il team diBlackspotsta lavorando allastampa delle figurine, da inviare agli sponsordelMondialee ai vertici diFifa. Un segnale indubbiamente importante, che si somma a quello di numerose star che, proprio per protestare contro l’inesistenza di tutele sociali e civili in Qatar, hanno fatto sapere che diserteranno la manifestazione seppur invitati a esibirsi, comeDua LipaeRod Steward. OFiorello,che nelle ultime ore ha criticato la Rai per aver speso milioni per trasmettere le partite. «Questi lavoratori non sono solo statistiche. Le loro storie devono essere ascoltate», afferma Martin Schibbye, convinto che anche attraverso semplici figurine si possa squarciale il velo di ipocrisia che avvolge il mondo del calcio internazionale e, in particolare, iMondiali alle porte.
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