Alle porte diMantovasorge un’area completamente verde di circa 100.000 metri quadrati: si tratta di quello che un tempo era il bacino che ospitava ilLago Paiolo, uno dei 4 specchi d’acqua formati dal flusso del fiume Mincio. Bonificato sul finire del Settecento, oggi il Paiolo fa parte delpatrimonio naturalistico della zona, popolato da specie protette di anfibi e rettili. Purtroppo, però è arischio cementificazione. Nonostante sia stata presentata richiesta alla Regione Lombardia per renderla una riserva naturale a tutti gli effetti, l’anno scorsol’area è stata messa all’asta.Per appena 512.000 eurose l’è aggiudicata una società immobiliare veneta, laImprendo srlche fa capo all’immobiliareToffalini & Toffalinie che ora ha in progetto di costruirvi sopra. «Quell’area va tutelata perché è un polmone verde per Mantova, perché lì si trovano i siti riproduttivi di alcune specie protette, perché il consumo di suolo ha già rubato troppo verde alla città e non c’è bisogno né di nuove case né di nuovi supermercati» ha spiegato aOsservatorio DirittiEmanuele Bellintani, attivista dellaRete per il Paiolo,il gruppo nato nel 2021 per difendere il lago. Una storia piuttosto travagliata quella del Paiolo. Da almeno 15 anni è oggetto di progetti e interessi edilizi: nel 2006, infatti, l’area agricola di proprietà comunale era diventata edificabile grazie a un cambio di destinazione d’uso e qualche anno dopo veniva approvato il piano attuativo per costruire su quel terreno palazzi, negozi e parcheggi sotterranei. Basti pensare che la provincia di Mantova è in cima alla classifica regionale di consumo di suolo: 611,38 metri quadrati per abitante a fronte di una media nazionale di 362 metri quadrati.Secondo il rapportoIspradel 2022, gli ettari ricoperti di cemento sono saliti da 23.432 a 24.826. LaSocietà Erpetologica Italica,in realtà, ha riconosciuto il Paiolo comearea da tutelareper la presenza di siti riproduttivi della rana di Lataste e della testuggine palustre europea, che in base alla Direttiva 92/43 CEE Habitat necessitano di zone speciali di conservazione. Dopo alcune aste fallimentari andate deserte,nel 2020 il Comune di Mantova eil Parco del Mincioannunciavano di voler comprare il Paiolo con i fondi del bando della Regione Lombardia dedicato alle infrastrutture verdi a rilevanza ecologica. L’idea era di realizzarne un bosco urbano. E infatti, l’anno successivo, il Parco approvava l’atto di indirizzo per istituire la riserva, un procedimento frutto di valutazioni scientifiche fornite da varie università e associazioni ambientalistiche. Ma le cose non sono andate come previsto. Perché il Comune ha perso l’asta, nonostante la base fosse scesa da circa 4 milioni di euro a poco più di 900.000 euro e a oggi il sito è di proprietà di un ente privato. Per far fronte comune e difendere gli interessi dell’ex Lago Paiolo, è nata la Rete per il Paiolo, un network di persone delle età più disparate, dai 17 ai 70 anni. «Il problema del Paiolo è sentito in città e lo provano i tanti cittadini che partecipano alle nostre iniziative, tra cui la passeggiata del 12 dicembre 2021 per vedere da vicino l’area», racconta ancora Bellintani. A quella passeggiata sono seguite persino delledenunce per manifestazione non autorizzata(la camminata ha fatto una deviazione di un centinaio di metri dal percorso previsto), poi per fortuna archiviate. A marzo di quest’anno la Rete ha presentato una serie di osservazioni al Piano per la gestione del territorio (che dovrà andare in aula tra qualche mese) in cui chiede che vengadichiarato decaduto il Piano attuativo, cambiata la destinazione d’uso e tutelato l’ambiente.
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