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Agenda Melonomics: ecco i primi indimenticabili provvedimenti

 

Arginare ilcaro energia, rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese, completare gli obiettivi necessari all’erogazione dei fondi delPnrr, sostituire ilreddito di cittadinanzacon politiche concrete di accompagnamento al lavoro. E ancora: archiviare la «logica dei bonus» a favore di investimenti a medio termine, trasformare l’economia del marein un asset strategico «in particolare per lo sviluppo del Meridione», rilanciareil marchio Italiapuntando sul vantaggio competitivo di settori come «moda, lusso, design, fino all’alta tecnologia». Neldiscorsoalla Camera con cui ha chiesto la fiducia al Parlamento, la premier Giorgia Meloni ha delineato per punti tutte le sfide in campo economico che ilnuovo esecutivodovrà affrontare nei prossimi mesi. A partire dallalegge di bilanciosul tavolo del neoeletto ministro dell’EconomiaGiancarlo Giorgettida approvareentro il 31 dicembre. Secondo l’analisi di Dino Pesole sulSole 24 Ore, la manovra dovrebbe pesarealmeno 30 miliardi, e il suo primo obiettivo è quello di contrastare l’inflazione, che a settembre, secondo i dati Istat, ha raggiunto un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua. Per questo, secondo Meloni, «è indispensabile intervenire con misure volte a crescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte suipremi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddettifringe benefit, dal potenziamento delwelfare aziendale, riuscendo ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%». Ma la questione più urgente riguarda ilcaro bollette. Il 18 novembre, infatti, scadrà lo sconto di 30,5 centesimi sulleaccisedi benzina e diesel, mentre entro il 30 dello stesso mese dovranno essere rinnovati icrediti di impostafino al 40% alle imprese e il bonus sociale per le famiglie meno abbienti. La proroga di queste misure, che potrebbero essere inserite come emendamento aldecreto Aiuti-terin esame alla Camera a partire dal 7 novembre, ammonterebbe a circa 5 miliardi di spesa, e potrebbero spingere Meloni a voler utilizzare il tesoretto di 10 miliardi lasciato in dote da Mario Draghi. Al momento ilbonus socialearriva direttamente in bolletta ed è vincolato alla presentazione dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) con tetto a 12.000 euro, cifra che sale a 20.000 euro nel caso di famiglie con almeno 4 figli a carico. Come ha sottolineato Confindustria si tratta di risorse in parte ancora inutilizzate. Per questo l’ipotesi al vaglio dell’ex ministro dello Sviluppo economico è quello disganciarlo dall’Iseein modo da eliminare la necessità di presentare la richiesta e garantire così che a usufruirne sia l’intera platea dei potenziali beneficiari. Allo studio anche unamoratoriadi 6 mesiper chi non ha pagato le bollette, accompagnata dal monitoraggio delle società energetiche in materia di modifiche unilaterali dei contratti, un tema già finito nel mirino dell’Antitrust. Previste inoltreagevolazioni sui mutuiper l’acquisto della prima casa degli under 35. Al momento sembrerebbe invece non avere seguito l’ipotesi di rinnovare il bonus da 150 euro contro l’inflazione ventilata in campagna elettorale. Nel suo primo intervento al Parlamento da Presidente del Consiglio, Meloni si è espressa poi su taglio alcuneo fiscaleeflat tax. «L’obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a untaglio di almeno cinque puntidel cuneo», ha dichiarato in merito al primo punto, e prevede di estendere la “tassa piatta” per lepartite Iva fino a 100.000 eurodi fatturato rispetto agli attuali 65.000. Tra i dossier più urgenti anche quello dellepensioniper il superamento della legge Fornero a cui, in assenza di correttivi, si tornerebbe a partire dal 1° gennaio 2023. Tra le ipotesi più accreditate ci sarebbe quella diQuota 41, ovvero 41 anni di versamenti, vincolata però al requisito anagrafico di 61 o 62 anni di età. La premier ha inoltre ribadito «unatregua fiscaleper consentire a cittadini e imprese, in particolare Pmi in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco», controbilanciata da una «veralotta all’evasione, non caccia al gettito».

Redazione

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