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Decreto Rilancio 2020? 6 miliardi di euro truffati

 

I fuorilegge indagati appartengono principalmente a una rete di intermediari e a un gruppo di prestanome che hanno sfruttato a proprio favore un decreto legislativo sorvegliato superficialmente dalle autorità di vigilanza, ottenendo facilmente gli importi di denaro richiesti per i lavori da eseguire internamente al settore immobiliare. Ma come sono avvenute le truffe? Prima di tutto bisogna risalire all’obiettivo iniziale previsto dalDecreto Rilancio, emesso a maggio 2020. In partenza il Decreto venne lanciato per supportare le aziende in difficoltà per le spese dei lavori presi a carico; in realtà il credito poteva essere inoltrato a ulteriori soggetti e riscosso immediatamente, vendendolo con sconto a una banca. Il fattore determinante è che tutto questo è stato possibile farlo senza chiedere autorizzazione alle autorità. Per la prima volta il credito era trasferibile a un numero illimitato di soggetti e incassabile immediatamente se venduto a prezzo scontato agli istituti creditizi. A intervenire, in qualità di Guardasigilli, è stato il Ministero della Giustizia che, dopo aver ispezionato la legge, ha notato come la spesa totale, inizialmente stimata di 1,5 miliardi in carico allo Stato, si fosse moltiplicata di 4 volte tanto. Un errore di comunicazione? Probabilmente sì.Il 9 luglio 2020 il Decreto venne ufficialmente approvato, ignorando tutte le avvertenze del caso emanate dalla Stato ed è stato così che, nel mese di settembre, sul sito di Poste Italiane venne pubblicato la seguente dichiarazione: “Per poter accedere al servizio di cessione del credito di imposta di Poste Italiane gli interessatinon dovranno presentare alcuna documentazione per istruire la pratica(…) chi ha maturato il credito riceverà la liquidità sul proprio conto”. Ecco che dal nord al sud Italia un’ondata di fuorilegge si mise in azione e, per quasi un anno – fino a dicembre 2021 – non fu effettuatonessun controllo. Solo il 22 dicembre 2021, in seguito a una pratica inviata dall’Agenzia delle Entrate alla procura di Roma, si fermò il gioco. Le motivazioni dei truffatori? È evidente che, dal momento in cui non è mai stato richiesto di introdurre copia dei contratti d’affitto e soprattutto nessuna dimostrazione dei lavori eseguiti, per i richiedenti bonus il gioco è stato facile. Il problema contestualizzato a oggi?Chi ha acquistato il credito ora si ritrova in mano titoli inattendibiliche dovrebbe immettere a bilancio come deficit economico, ma che non ha alcun interesse a farlo poiché parte delle persone prese in esame sono privi di reddito e addirittura non lavoratori che non hanno mai presentato alcun 730. Inoltre, Poste e Casse depositi pretendono che lo Stato risarcisca i crediti, sostenendo di averli acquistati in buona fede ma che non possono condurre ad alcun bilanciamento delle tasse. Nel corso di quest’anno sono stati impedite manovre di truffa per un valore di circa 2 miliardi di euro. Purtroppo solo oggi, grazie all’informatizzazione, in caso di tentato furto scaturisce un segnale automatico che se fosse stato introdotto sin dall’inizio avrebbe fatto evitare allo stato un numero elevato di fuorilegge

Redazione

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