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Usa: 2,8 miliardi per le batterie elettriche

 

L’amministrazione di Joe Biden ha annunciato l’assegnazione di 2,8 miliardi di dollari in sovvenzioni per aumentare la produzione statunitense di batterie destinate al mercato deiveicoli elettricie l’estrazione deimineraliutilizzati per realizzarle. La mossa va nella direzione dichiarata dicontrastare il mercato della Cina, che come ribadito dal presidente Xi Jinping nel corso del XXCongresso nazionale del partito comunistapunta a investire sempre più nel mercato delle nuove tecnologie. «La Cina attualmente controlla gran parte della catena di approvvigionamento di minerali critici – ha dichiarato la Casa Bianca – e la mancanza di capacità di estrazione, lavorazione e riciclaggio negli Stati Uniti potrebbe ostacolare lo sviluppo e l’adozione di veicoli elettrici, lasciando gli Stati Uniti dipendenti dacatene di approvvigionamento estere inaffidabili». I finanziamenti erogati dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti, secondo quanto riferisce Reuters saranno destinati a20 societàdi produzione e trasformazione in almeno12 Statiper lo sviluppo di batterie al litio, nichel e grafite. Sembrerebbe una buona notizia sulla rotta dellatransizione ecologica, a patto di tener conto dell’impatto ambientalelegato all’estrazione di queste materie prime. Come riporta unostudiodelConsiglio internazionale per il trasporto pulito (Icct), circa la metà delle emissioni di una batteria proviene dall’elettricitàutilizzata nel processo di produzione. Le batterie elettriche, in altre parole, non sono ancora a emissioni zero, anche in ragione della difficoltà del loro smaltimento una volta arrivate a fine vita, esecondola società di consulenza Roskill si tratta di emissioni destinate a triplicare entro il 2025 a causa della domanda crescente. La società di ricercheBenchmark Mineral Intelligencestimache nel prossimo decennio potrebbero essere necessarie più di300 nuove miniereper soddisfare la domanda di veicoli elettrici e batterie di accumulo. Un paradosso, per superare il quale si sta esplorando la frontiera delle cosiddettebatterie allo stato solido, un tipo di tecnologia – ancora molto costoso – che stando a uno studio commissionato daTransport & Environment (T&E)promette diridurre l’impronta di carbonio del 24%e fino al 39% tenendo conto di possibili miglioramenti sull’intera catena di approvvigionamento. «La tecnologia allo stato solido è un passo avanti perché la maggiore densità energetica delle batterie significa molti meno materiali, e quindi molte meno emissioni per la produzione», ha spiegatoCecilia Mattea, responsabile dei veicoli a zero emissioni presso T&E. Biden, intanto, punta a far sì cheentro il 2030 il 50% di tutti i nuovi veicolivenduti negli Stati Uniti siano modelli elettrici o ibridi plug-in, oltre a prevedere l’installazione di 500.000 nuove stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Si tratta tuttavia di unobiettivo volontario, non legalmente vincolante.

Redazione

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