Sono110.000 i bambini che respirano aria inquinata a Milano. Aria fuorilegge, chesupera anche di 5 volte i limiti raccomandi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). A rivelarlo l’associazione“Cittadini per l’aria”, che ha elaboratouna mappa del capoluogo lombardo che misura il biossido di azoto. Le statistiche, riportate dal Corriere della Sera, includono zone con un’alta densità di scuole. Sonooltre 1000 gli istituti scolastici della città, pubblici e privati, dagli asili nido ai licei. La mappa,consultabile sul sito dell’associazione, è stata elaborata grazie a un modello di intelligenza artificiale, che ha raccolto una serie di dati, inclusi quelli condivisi dacentinaia di milanesiche hanno aderito aiprogetti di scienza partecipata proposti da Cittadini per l’aria. In zonaLoreto, uno deiquartieri più trafficati,il livello il livello di biossido di azoto è di 55 microgrammi per metro cubocome media annuale, esupera il limite di 40imposto dalla normativa comunitaria. Il dato che allarma più di tutti però è un altro:il 45% delle scuole si trova in zone che non rispetto la soglia europea. Lacartinarealizzata dai ricercatori del Comitato scientifico dell’associazione mette in rapporto i dati attuali con quelli del 2020 e stima la concentrazione in ogni punto di Milano. Per ciascun punto vengono segnalatigli effetti sulla salute umanain base allestatistiche epidemiologiche. L’esposizione cronicaaalte concentrazioni di biossido di azotoaumenta ilrischio di mortalitàe diinfartoe in particolare nei bambini può causare l’emersione diinfezioni respiratorieeasma. AncheLegambienterecentemente ha ribadito la situazione critica del bacino padano rispetto all’emergenza smog, proponendo l’elaborazione di un piano di riduzione delle emissioni agricole – proprio il settore agricolo è il primo responsabile dell’inquinamento da polveri, secondo l’ultimo report delle agenzie Arpa – il disincentivo all’uso del mezzo privato, il miglioramento del trasporto pubblico locale, la riduzione dei limiti di velocità in autostrada e la riconversione degli impianti di riscaldamento. Ad incombere sull’Italia ben3 procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria avviate dall’Unione europea: la prima messa in atto nel 2020 con la sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia; la seconda, relativa ai superamenti proprio da NO2 ha spinto la Commissione a fare ricorso alla Corte europea di giustizia che, nel maggio 2022, le ha accordato ragione, condannandoci anche per questa seconda procedura; il procedimento per la terza, relativa ai superamenti per il PM2,5, è ancora agli inizi.
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