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Come sta la biodiversità?

 

IlLiving Planet ReportdelWWFè una delle analisi più complete sullo stato dellabiodiversità globale:pubblicato ogni 2 anni, l’ultima edizione è stata diffusa la scorsa settimana.Come sta, quindi, la natura intorno a noi? IlWWF, insieme allaZoological Society of London(Zsl), ha raccolto i dati di circa 32.000 popolazioni di 5.230 specie, gettando luce sulle fragilità e le urgenze di cui soffre oggi la biodiversità globale. Il tempo per rimettere in equilibrio la natura e restituirle l’armonia che le abbiamo tolto sta finendo e quello con il mondo naturale è un legame da ricucire il più in fretta possibile: solo riconoscendoci in ogni singola foglia o animale possiamo mettere in atto le trasformazioni che gli autori del report definiscono “un piano che possa unire il mondo in questasfida esistenziale.Un piano che siadeciso globalmente e attuato localmente”. Capitolo 1: biodiversità e cambiamento climatico Diviso in 3 capitoli principali, la ricerca affronta come prima tematica la delicata relazione traperdita di biodiversità e cambiamento climatico,lanciando un messaggio chiaro: finché le due questioni saranno gestite come problematiche separate, nessuna delle due verrà risolta.Se l’aumentare della temperatura globale non verrà limitata a 1.5°C, la principale causa della perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici sarà proprio il cambiamento climatico, superando così lo sfruttamento del suolo, il sovra-sfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento e le specie aliene. Il circolo vizioso tra i due fenomeni è più pericoloso di quanto si possa immaginare: cambiamento climatico (e tutto ciò che ne deriva in termini di effetti sul pianeta) e perdita di biodiversità si inseguono a vicenda, velocizzando il raggiungimento di unpunto di non ritorno, superato il quale il pianeta, come lo conosciamo oggi, sarà solo un ricordo. Capitolo 2: la biodiversità oggi Il secondo capitolo presenta i dati suicambiamenti registrati fino a oggi in termini dibiodiversità, avvalendosi delLiving Planet Index, uno strumento in grado di tracciare le variazioni delle popolazioni di specie naturali in tutto il mondo. Le principaliminacce per la biodiversitàsono 6: agricoltura, caccia, disboscamento, inquinamento, specie aliene invasive e il cambiamento climatico. I risultati riportano undrastico e continuo calo della biodiversità globale, nonostante 30 anni di azioni politiche e misure mirate al rafforzamento della conservazione naturale.Dal 1970 al 2018, la fauna selvatica ha subito una perdita del 69%. Le specie di acqua dolce sono quelle colpite maggiormente, con un calo dell’83%, seguite da squali e razze, diminuiti del 71% e dai coralli, con il 50% in meno.Laforesta Amazzonicaha perso il 17% della sua estensione e un ulteriore 17% è in persistente degrado. Queste non sono solo percentuali sconnesse fra loro: sono un grido di allarme per l’ambiente, per la società, per l’economia.Grazie alBiodiversity Intactness Index(Bii) è possibile comprendere quanta biodiversità sia presente in una determinata area naturale. Se il Bii dell’area analizzata è superiore al 90%, allora l’ecosistema è in salute; se inferiore al 90%, l’ecosistema potrebbe presentare debolezze e funzionare più lentamente. Infine, se inferiore al 30%, significa che l’ecosistema studiato è stato degradato fino al raggiungimento di un probabile punto di collasso. Capitolo 3: come possiamo invertire la rotta? Come agire per mutare rotta è quanto viene spiegato nel terzo e conclusivo capitolo. Sappiamo che il degrado naturale in atto è causa delle azioni umane e che è un processo in peggioramento. Abbiamo, però, tutti gli strumenti e la conoscenza necessaria a nostra disposizione. Unapproccio basato sui dirittiè la base di partenza: nel 2022 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ufficialmente riconosciuto il diritto di ogni essere umano a vivere in un ambiente “pulito, sano e sostenibile”. Diritti che significano doveri per i governi, le aziende e i singoli individui.Serve una trasformazione radicale, una riorganizzazione del sistema e di tutti i settori. Fermare la perdita di biodiversità è essenziale per arrestare la crisi climatica e le uniche soluzioni perseguibili sono quelle che affrontano queste due tematiche in modo congiunto.Per invertire queste tendenze sono necessaripiù sforzi per la conservazione, produzione e consumo sostenibile. Nessuna di queste 3 opzioni può funzionare da sola: lachiave è la sinergia,un circolo virtuoso nel quale ognuno di noi può dare il suo contributo e fare la differenza.

Redazione

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