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Europa: dove sono le atomiche?

 

Il ritorno della minaccia nucleare Lo scoppio dellaguerra in Ucrainae il duro confronto geopolitico fra laRussiae laNatohanno fatto tornare al centro dellepreoccupazioniglobali il pericolo dellaguerra nucleare. Una minaccia latente con cui conviviamo da decenni a fasi altalenanti, ma che si è acutizzata negli ultimi anni a causa dell’abbandono di diversitrattatie con il peggioramento delle varie crisi planetarie, fra cui quellaclimatica-ambientale. Il famoso “Orologio dell’Apocalisse” delBulletin of the Atomic Scientistsè arrivato al punto più vicino alla mezzanotte, che simboleggia metaforicamente la fine del mondo. Con queste gravi prospettive all’orizzonte, in Europa è tornata l’attenzione sullearmi nuclearidislocate nel continente che potrebbero essere ipoteticamente utilizzate nel caso di un conflitto limitato o in uno scenario di guerra termonucleare globale, come ipotizzato nella simulazione condotta dallaPrinceton Universitynel 2019. Le testate dislocate in Europa Con l’avvento della “Guerra Fredda” e l’istituzione dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord(Nato) è stata creata una strategia politico-militare chiamata “condivisione nucleare”, che prevede il dispiegamento di una parte dell’arsenale americano in 5 diverse nazioni facenti parte dell’Alleanza, con il fine di creare una dottrina nucleare comune e addestrare il personale militare in loco. Secondo undocumentopubblicato dalla Nato dal titoloA New Era for Nuclear Deterrence? Modernisation, Arms Control and Allied Nuclear Forces, e poi successivamenteeditatoper nascondere informazioni sensibili, nel 2019 erano schierate circa 150 testate nucleari in 6 basi militari europee e americane: nei siti di Aviano e Ghedi-Torre in Italia, nella base di Volkel in Olanda, a Büchel in Germania, a Kleine Brogel in Belgio e nella base di Incirlik in Turchia. Con l’inizio dell’invasione russa in Ucraina i reali numeri delle testate presenti potrebbero essere cambiati o aumentati, mentre nel frattempo la Polonia sta facendopressioniper entrare a far parte dei Paesi dotati di bombe atomiche in condivisione. Oltre agli ordigni statunitensi, l’Europa può contare sull’arsenale nucleare diFranciaeRegno Unito, che dispongono complessivamente di 290 e 225 testate. Le armi nucleari in Italia Nel nostro Paese gli ordigni americani sono dislocati nelle basi militari di Ghedi e Aviano con due compiti differenti: nella prima vige la politica di “condivisione nucleare” dove l’Italia mette a disposizione i vettori, come per esempio i caccia multiruoloTornado, mentre gli Usa forniscono le bombe nucleari. Nella seconda invece le testate sono sotto il completo controllo statunitense che agiscono in autonomia. Gli ordigni presenti sono leB-61Mod.3 e Mod.4, dalla potenza variabile fino a 45-60 chilotoni. Fino a pochi anni fa erastimatala presenza di circa 70 bombe all’interno dei due siti militari, ma recentemente la testata giornalistica “Il Sole 24 Ore” hasostenutoche ve ne siano un centinaio. Le procedure Nato Le procedure per il loro utilizzo in caso di guerra sono strettamente regolate e una missione di attacco può avvenire solo conl’approvazionedelNato’s Nuclear Planning Group(Npg), che a sua volta deve ricevere un’esplicita autorizzazione da parte del presidente degli Stati Uniti e del premier del Regno Unito. La “condivisione nucleare” prevede la concordanza dei piani con gli alleati, ma non il permesso di utilizzare le armi nucleari americane senza il consenso del governo Usa, che mantiene unassoluto controllosull’uso e la custodia delle testate dispiegate nelle basi in Europa.

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