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Rincari: gli italiani cambiano abitudini alimentari

 

Un autunno all’insegna delrisparmioper le famiglie italiane. «Dall’inizio dell’anno icosti di produzionedelleaziende alimentarisono cresciuti del 16% – ha recentemente spiegato Ivano Vacondio, presidente uscente diFederalimentare- A differenza di quelle grandi, le piccole/medie imprese non sono in grado di assorbire questi aumenti al proprio interno. Per questo saranno costrette ad alzare ancora i prezzi». A confermare iltrend in impennata,in effetti, ci sarebbero anche i dati diffusi daNielsenIqalla finedi settembre: il report segnala uncarrello della spesa sempre più vuoto. Sul gradino più alto del podio c’è l’olio di semiche segna un+81% su base annua, ma anche il prezzo della pasta di semola è aumentata. A seguire il burro che galoppa con un +30%, il parmigiano, il caffè e le uova fresche +12% e l’olio extravergine di oliva +11%. Vacondio, che da gennaio lascerà il posto a Paolo Mascarino, ha lanciato un avvertimento di fronte agli imprenditori dei Molini Industriali di Modena. «Il cibo a buon mercato non esisterà più. La pandemia prima, e poi la carenza di materie prime e le difficoltà di approvvigionamento hanno dimostrato l’importanza strategica della produzione alimentare. Oggi tutti ci riconoscono il valore che abbiamo; abbiamo ripreso dignità. Anche i rapporti con la grande distribuzione si sono riequilibrati: ora gli operatori della Gdo (Grande distribuzione organizzata,ndr)ci riconoscono il giusto valore come fornitori». Anche uno dei comparti del made in Italy più in salute, quello vinicolo, teme che all’esplosione dei costi segua anche il crollo dei consumi, non solo entro i confini nazionali. Secondo l’indagine dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly compiuta su un campione di imprese del settore che rappresentano il 30% del mercato, il surplus dei soli costi energetici (+425 milioni di euro) e, di conseguenza, delle materie prime secche (oltre 1 miliardo in più per vetro, carta, cartone, tappi, alluminio) ha comportato da solo un aumento dell’83% rispetto ai budget di inizio 2022. A rimetterci più di tutte sono proprio le aziende di filiera, perlopiù piccole imprese che producono, vinificano e imbottigliano tutto in casa propria. Ma, salvo eccezioni, anche i grandi industriali e le cooperative avvertono una certa flessione, in particolare per certi prodotti basic e popular dell’offerta, a cominciare dagli spumanti di prezzo medio. Con il taglio del potere di acquisto per irincari energeticista cambiando il nostro modo di fare la spesa. Tanti piccoli accorgimenti, primo fra tutti – è chiaro – quello diridurre le quantità. In particolare, calano di 1/5 gli acquisti dell’olio di semi, e del 10% quelli dei fazzoletti di carta e del burro. Ma, non solo. Secondo un rapporto diColdiretti/Ixé- realizzato in occasione delWorld FoodWaste Report dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Marketsu monitoraggioIpsosper la campagnaSpreco Zero -tra i piccoli e i grandi cambiamenti delle abitudini alimentari delle famiglie, uno è in drastico aumento. Salgono a quasi4 su 10 (39%) gli italiani che portano a casa gli avanzidel ristorante nella “doggy bag”, per evitare che il cibo vada sprecato. Il numero delle persone che non lascia gli avanzi nel piatto è, infatti, praticamenteraddoppiatorispetto a un decennio fa. L’inflazione ha raggiunto livelli record e nell’economia familiare è diventato indispensabile ridurre quanto più possibile gli sprechi. Una situazione che spinge sempre più italiani a superare l’imbarazzo e chiedere di portare via quanto rimasto sul piatto per consumarlo in un secondo momento a casa. Tuttaviail 12% degli italiani ritiene che sia volgaree si vergogna a richiederla, mentre c’è anche un22% che in genere non lascia alcun avanzo. Il settore della ristorazione in ogni caso si sta attrezzando per consentire al cliente di portare a casa ilciboo anche lebottiglie di vinonon finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. Se nel loro piccolo le famiglie cercano di risparmiare e ridurre gli sprechi, le grandi aziende lanciano iniziative sul food waste: è il caso diKellogg’sche quest’anno aderisce al Patto contro lo Spreco Alimentare promosso dall’app anti-spreco Too Good To Go. Sono tre le azioni concrete che adotterà a partire dal 2023: l’applicazione dell’“etichetta consapevole” sulle confezioni dell’iconico Kellogg’s Special K in tutta Europa, la presenza delle proprie eccedenze alimentari all’interno delle magic box di Too Good To Go distribuite in Italia, e l’avvio di un programma di sensibilizzazione dei propri dipendenti all’importanza della tematica. Non mancano neppure iniziative di solidarietà. Dopo Bari, anche Padova ha inaugurato una nuova “Cucina Mobile”, realizzata da Fondazione Progetto Arca con il supporto di JTI Italia: un food truck completamente attrezzato che percorrerà le strade della città distribuendo ogni settimana oltre 100 pasti completi, cucinati e sani ai senza tetto. Un’idea maturata sul campo dagli operatori e volontari della fondazione, durantei periodi di lockdown dovuti dalla pandemia, che hanno visto una chiusura forzata delle mense e di altri servizi a supporto delle persone senza dimora. In previsione del periodo invernale, verrà inoltre potenziata per raggiungere anche le strutture d’accoglienza aperte con il“Piano Freddo” -iniziativa stagionale attiva in vari comuni italiani dai primi di novembre e volta a offrire un luogo di riparo diurno e soprattutto notturno ai senza tetto – e garantire una copertura capillare sul territorio.

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