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Sciopero: i dipendenti Atm hanno paura

 

I lavoratori dell’Atm, l’Azienda di Trasporti Milanese, martedì scorso hanno incrociato le braccia dalle 8:45 alle 15:00. Presi da incombenze quotidiane e vite sempre a mille all’ora, di fronte agli scioperi dei mezzi spesso nemmeno gli abitanti delle città interessate si preoccupano di indagarne i motivi, quanto piuttosto di capire come spostarsi. Inutile dire che tutti siano degni di attenzione ma ciò che ha portato all’ultimo stop lo è in modo particolare, perché ha a che fare con lasicurezza. Gli addetti Atm, infatti,lamentano continuee violenteaggressioni ai loro dannie incolpano le istituzioni cittadine di non fare abbastanza per difenderli. Le aggressioni nelle stazioni delle metro L’ultimo episodio di violenza nei confronti dei lavoratori dell’azienda di trasporti risale ad alcune notti fa quando un 22ennepoi fermato e denunciato ha preso a calci, pugni e morsi due di loro alla fermata di Cascina Gobba, sulla linea 2 verde, dopo aver importunato altre persone sulla banchina. Purtroppo non si tratta di un fatto isolato ma di una consuetudine che si perpetua non solo a tarda notte, ma a qualunque ora del giorno, a volte anche in modo reiterato. Come nel caso di un 25enne milanese con precedenti penali che recentemente ha pestato un dipendente Atm verso le 21:00 nella stazione Lodi Tib sulla M3 gialla. L’aggressore, stando alle ricostruzioni, si sarebbe avvicinato al gabbiotto per denunciare di essere stato a sua volta aggredito ore prima dalla security. Alla risposta dell’operatore definitosi all’oscuro della vicenda il giovane avrebbe dato in escandescenza, prendendo prima a calci e pugni la strutture e poi il malcapitato, procurandogli la frattura di una costola. Grazie alle telecamere i carabinieri hanno identificato l’autore del pestaggio e scoperto che la stessa mattinasi trovava disteso sulla banchina della metro in stato confusionale e avevamalmenatoalcuniaddetti alla securityche avevano provato ad aiutarlo. I sindacati compatti nella protesta Due violenze lo stesso giorno, compiute dalla stessa persona. È stata forse questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e indire lo sciopero dalla maggior parte delle componenti sindacali di categoria:Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Autoferrotranvieri e Orsa. «Ora basta, non è più tempo solo di parole e buoni propositi – si legge nella nota sindacale – Chiediamo un intervento concreto e sinergico che coinvolga il legislatore, le istituzioni e il Gruppo Atm a tutela della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori.Si va a lavorare con la pauradi chi sa di essere solo ad affrontare i mille imprevisti e le inevitabili conseguenze, senza alcuna protezione, se non quella di usare il buon senso per tutelare la propria incolumità per tornare a casa sani e salvi. Anche gli utenti cominciano a considerare il mezzo pubblico un trasporto non più sicuro soprattutto per gli episodi di violenza e aggressione che si verificano a opera della microcriminalità a bordo dei mezzi». Un fenomeno noto da tempo Quello delleviolenze verso gli addetti Atmnon è purtroppo un fenomeno nuovo ma negli ultimi anni le cose sembrano ulteriormente peggiorate. Secondo i dati diffusi proprio dall’Azienda di Trasporti Milanese, sono58i lavoratoridel gruppo tra autisti, agenti di stazione e addetti alla securityaggrediti nei primi mesi del 2022. Sul totale le aggressioni gravi che hanno necessitato visite in pronto soccorso e pratiche di infortunio sono state 36. Se quest’ultimo dato risulta abbastanza in linea con l’andamento degli anni precedenti, a essere cresciuto è quello dei reati complessivi, che comprendono anche spinte, insulti, spunti o simili. Se tra gennaio e settembre del 2022 sono 58, nello stesso periodo del 2019 erano 40 e nel 2021 39. Il problema della sicurezza a Milano LoscioperoAtm dei giorni scorsi è ilterzo in meno di 4 mesilegato al tema. La prima protesta era stata indetta a giugno e la seconda a settembre e tutte e 3 si inseriscono in un panorama in cui lapercezione dellasicurezza in cittàsembra essere ai minimi storici, con la microcriminalità che lambisce anche macchinisti e controllori di Trenord, lavoratori di altri settori e cittadini semplici che passeggiano per le strade. Non a caso, nell’ultima classifica sull’indice di criminalitàstilato daIl Sole 24 ore,Milanosiè piazzataal primo postocon 193.749 reati denunciati nel corso del 2021, 5.985 ogni 100.000 abitanti. A fare da contraltare a questi dati poco rassicuranti, la scorsa estate la questura milanese, in risposta alla polemica lanciata daChiara Ferragniche in una stories su Instagram lamentava di non sentirsi più sicura in città, aveva parlato però di curva discendente e il sindacoBeppe Salasi era detto al lavoro per migliorare sempre più la situazione. Sindaco che, però, rispondendo ai lavoratori At,m sembra spostare il focus altrove dicendo che «chi commette atti illegali, chi si comporta in modo violento, rischia troppo poco». Il walzer delle responsabilità come spesso accade è già partito.

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