Vogliamo davvero proteggere una volta per tutte lanaturae i suoi protagonisti? Secondo gli esperti, per difendere fiumi, laghi, montagne, foreste e animali occorre che anche a loro vengano garantitidiritti e protezioni legali: sarebbe un passo essenziale per combattere ilcambiamento climatico. Il report dell’organizzazione legale britannicaLawSociety, intitolato “Lawin the Emerging Bio Age”, spiega che i quadri giuridici hanno un ruolo chiave nel governare le interazioni umane con l’ambiente e le biotecnologie. L’introduzione di tutele legali creerebbe un collegamento tra il danno all’ambiente e la persona o l’organismo che lo ha causato. Inoltre, l’adozione diffusa deidiritti per le forme di vita non umanecambierebbe radicalmente l’equilibrio etico e legale tra esseri umani e sistemi viventi. Come racconta ilGuardian,l’Ecuador e la Boliviahanno già sancito dei diritti per la natura, mentre è in corso una campagna condotta da esperti legali da tutto il mondo che l’anno scorso si sono riuniti per stilareun disegno di legge per renderel’ecocidioun reatoperseguibile dalla Corte penale internazionale. Hanno definito l’ecocidiocome un insieme di “atti illegali o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che causino un danno grave e diffuso o a lungo termine all’ambiente”. Il report dellaLawSociety esplora il modo in cui potrebbe essere ricalibrato in futuroil rapporto tra l’uomo e la madre terra: «C’è una crescente consapevolezza sul fatto che si debba fare qualcosa di molto diverso se vogliamo che i nostri figli abbiano un Pianeta su cui vivere che sia in qualche modo piacevole, e più vivibile, quindi si tratta di una tendenza in espansione», ha detto la dottoressaWendy Schultz, coautrice del rapporto. Ma non sta accadendo alla «velocità che ognuno di noi vorrebbe, ed è per questo che è importante parlarne». La dottoressa e ricercatriceTrish O’Flynn, altra autrice del report, ha spiegato che i quadri giuridici dovrebbero essere adatti anche aun futuro non solo umano: «A volte ci consideriamo al di fuori della natura e pensiamo che sia qualcosa che possiamo manipolare. Ma in realtà noi siamo parte della natura, siamo solo un’altraspecie. Per certi versi siamo in cima all’albero evolutivo, se lo si guarda in modo lineare, ma in realtà l’ecosistema globale è molto più potente di noi. E credo che questo cominci a emergere nel modo in cui lo consideriamo». Un esempio di diritto, secondo O’Flynn, potrebbe essere lo sviluppo evolutivo, che potrebbe applicarsiagli allevamenti intensivi di suini, ai vitelli sottratti alle madri e persino agli animali domestici. Lo studio dei diritti specifici dell’ambiente per queste entità non umane è altamente necessario per la formazione dei futuri avvocati. «Parte del problema è incorporare una sorta diquadro di responsabilità per le conseguenze delle nostre azioni, ed è qui che entra in gioco la legge», spiega Schultz. In alcuni Paesi occidentali un ostacolo è la resistenza di tradizioni e credenze molto diverse rispetto, per esempio, all’Ecuador e alla Bolivia, «dove i diritti alla natura sono stati concessi sotto governi socialisti e influenzati dalle credenze indigene». In Occidente vorrebbe dire riconfigurare la cultura esistente: «Se questa visione del mondo può essere sancita dalla legge, concedendo essenzialmente diritti di personalità allo spirito del fiume, allo spirito degli alberi o allo spirito dell’elefante, si sta parlando diinserire una sorta di neo-panteismo nei quadri giuridici del XXI secolo», ha sottolineato la ricercatrice. Sulla carta, i diritti della natura sono sanciti dalle Costituzioni di diversi paesi:in Italiaè accaduto a febbraio 2022, quando sono state approvate le modifiche di legge degli articoli 9 e 41 che introducono latutela dell’ambiente, della biodiversità e deglianimalitra i principi fondamentali della Carta costituzionale. Ma, per ora, secondo il report, una formulazione legale specifica sembra ancora un’utopia. Nel frattempo, alcuni Paesi come il Canada e la Nuova Zelanda hanno leggi locali che forniscono unaprotezione specifica per alcuni animali selvatici. Anche il Regno Unito, nel novembre del 2021, ha riconosciuto legalmente diversi invertebrati, tra cui aragoste, polpi e granchi, come “esseri senzienti”, ma manca ancora un’applicazione a livello costituzionale. Il report invita i lettori a creare una discussione sana all’interno del mondo legale: verrà presa sul serio?
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