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La svolta di Joe Biden sulla marijuana

 

“Mandare persone in prigione per possesso di marijuana ha sconvolto troppe vite, per una condotta che è legale in molti Stati”, hatwittatoJoe Bidennel giorno in cuiha annunciato checoncederà la grazia a tutte le persone condannate per possesso di marijuanaai sensi della legge federale. È la più grande azione della Casa Bianca intrapresa fino a oggi sulla politica statunitense sulla droga. Il Presidente degli Stati Uniti ha mantenuto una promessa fatta in campagna elettorale, perché «nessuno dovrebbe essere in prigione solo per aver usato o posseduto marijuana», ha spiegatoin un videopubblicato da Washington. Come spiegaPolitico, verrà graziatochi detieneuna piccola quantità della sostanza con l’intenzione di consumarla o usarla, non di venderla. La mossa consentirà di concedere la grazia a circa 6.500 persone che sono state condannate a livello federale tra il 1992 e il 2021. Un impatto limitato, dovuto al fatto che la maggior parte delle persone nelle carceri federali per reati legati alla cannabis non sia in prigione per reati minori e non violenti. Ma si tratta comunque di una riforma notevole. Negli Stati Unitiil consumo di marijuana è illegale a livello federale, main alcuni Stati esistono normative interne differenti: quelli in cui è completamenteillegaleanche per scopi terapeutici sono il Nebraska, l’Idaho e il Kansas, mentre tra i 19 che ne consentono l’uso sia per uso medico che non, ci sono laCalifornia, il New Jersey e l’Arizona. Gli Stati che hanno legalizzato la marijuana per scopi medici sono 37, più il Distretto di Columbia. Altri 5 stanno votando sulla legalizzazione della cannabis ricreativa: Missouri, Arkansas, North e South Dakota e Maryland. Biden, specifica ilNew York Times, non ha proposto la completa depenalizzazione della marijuana, cosa che spetterebbe al Congresso. Il governo federale ha ancora bisogno di “importanti limitazioni al traffico, alla commercializzazione e alla vendita di marijuana ai minorenni”, ha scritto su Twitter. La riforma di Biden riguarderà solo chi è in carcere per possesso di marijuana a seguito diun reato federale, mentre per i reati di possesso riguardanti leggi statali la decisione spetta al singolo Stato, e dunque ai governatori. Biden li ha invitati a intraprendere un’azione simile e poi si è rivolto al Segretario della Salute e dei Servizi Umani e al Procuratore Generale affinché rivedano la “classificazione” della marijuana secondo la legge federale: attualmente fa parte della categoria dei narcotici, nellaSchedule 1sotto ilControlled Substances Act, insieme aeroina eLSD. Si tratta di sostanze che non prevedono un uso medico, ma hanno un alto potenziale di abuso. La decisione di Biden, come ha spiegato il Dipartimento di Giustizia in una nota, “perdona coloro che sono stati condannati per il reato di possesso di marijuana,ripristinandone i diritti politici, civili e di altro tipo. Nei prossimi giorni, l’Ufficio del procuratore della grazia inizierà ad attuare un processo per fornire alle persone colpite i certificati di grazia”. Biden, che nei suoi 36 anni al Senato ha contribuito ad approvareuna serie di leggi severe contro la criminalitàche hanno probabilmente portato agli attuali tassi di incarcerazione, ha di fatto rimosso anche gli effetti penali del reato, andando a ripulire il casellario giudiziario – per capirci, la fedina penale – di chi è stato condannato a livello federale tra il 1992 e il 2021. «I precedenti penali per possesso di marijuana hanno impostobarriere inutili all’occupazione, all’alloggio e alle opportunità educative», ha spiegato Biden. Secondo il Presidente le comunità nere e latine ne avrebbero pagato le conseguenze più di altri, venendo «arrestate, perseguite e condannate a tassi sproporzionati». Lo dimostrauno studio del 2020 dell’American Civil Liberties Union, da cui emerge chegli afroamericanihanno quasi 4 volte più probabilità dei bianchi di essere arrestatiper possesso di marijuana, nonostante entrambi i gruppi utilizzino la droga a tassi più o meno uguali. La mossa arriva a poche settimane dalle elezioni dimidterm, quelle di metà mandato, e secondo ilNew York Timespotrebbe dare una spinta ai Democratici, in particolare tra i giovani, i liberali e le minoranze. I sondaggi mostrano da tempo checirca due terzi degli americani sono a favore della legalizzazione della marijuana, e, secondouna ricerca, nel 2021 il consumo di marijuana e allucinogeni tra i giovani adulti ha raggiunto il massimo storico. Ma secondoun’analisi della Brookings Institution, meno di un candidato alle primarie del 2022 su cinque ha menzionato la riforma della cannabis sul proprio sito web o sui social media. Biden ha fatto molto di più.

Redazione

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