Peppa Pig segna ai supplementari. Il 5 ottobre il Consiglio dei ministri uscente ha infatti varato laStrategia nazionale Lgbt+, un piano triennale che prevede una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2025 “per fornire misure e azioni concrete perla prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Ad annunciarlo è la ministra della Famiglia e delle Pari opportunitàElena Bonetti, che in un’intervista rilasciata aRepubblicaprecisa come il documento «nasce da un metodo di condivisione tra ministeri competenti, enti locali e 60 associazioni». E aggiunge che la strategia «ci viene chiesta dall’Europa anche ai fini di finanziamenti per progetti specifici, per i quali èvincolante». Il testo, che recepisce laRaccomandazione CM/Rec (2010)5del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, prevedequattro aree di intervento: educazione e istruzione, lavoro – “differenziando tra la situazione di persone gay e lesbiche rispetto a quella delle persone transessuali e transgender”, si legge sul sito dell’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) –, sicurezza e carceri, media e comunicazione. Nel piano, secondo quanto riferito da Repubblica, anche ilcongedo parentaleper genitori dello stesso sesso,incentivi alle aziendeche assumono persone transgender, l’inserimento nei contratti collettivi di norme anti-discriminatorie per gli omosessuali e il“doppio libretto” universitarioper uomini e donne transgender. Critica la reazione diFratelli d’Italia. «La strategia nazionale serve ad applicare in Italia le norme Ue varate nel 2020 – sottolinea la neo-deputata di FdI Eugenia Roccella – Il governo ha avuto due anni di tempo. Farlo adesso è unatrovata pubblicitaria». E ancora la senatrice Isabella Rauti eletta all’uninominale in Lombardia: «Giudicograveche il governo uscente presenti una strategia nazionale pluriennale alla vigilia della nascita di nuovo esecutivo e di un nuovo Parlamento». Peppa Pig, insomma, benché in trasferta ha messo a segno un gol importante, ma il prossimo governo potrebbe dichiararla in fuori gioco. Sul tavolo, inoltre, giace ancora ilddl Zansull’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni verso omosessuali, transgender, donne e disabili, accantonato in seguito all’ostruzionismo della Lega complice lapolitica antimachiavellicadel Pd. «Se dici che loIus Scholaee il ddl Zan sono imprescindibili e non li approvi neppure quando ci sono le condizioni per approvarli, non sei credibile», ha fatto autocriticaAlessia Moraninel corso delladirezione nazionaledel Partito Democratico che si è svolta il 6 ottobre.
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