Dopo un’intensa e alquanto tesa campagna elettorale, nella giornata di domenica 2 ottobre si è svoltoil primo turnodelle elezioni presidenziali brasiliane,le quali hanno visto come vincitore il candidato dell’opposizione di centro-sinistraLuizInácioLula da Silva, che però ha mancato di poco l’elezione al primo turnonon avendo superatola quota del 50% dei voti. Per conoscere il futuro presidente del Brasile bisogneràaspettare altre 4 settimanedi campagna elettorale, quando si svolgerà ilballottaggiofra Lula e il presidente uscente e candidato di estrema destraJair Bolsonaro,che ha conquistato una quota di voti superiore a quella pronosticata dai sondaggi. Un ulteriore confronto politico che sta destando profonde preoccupazioni negli osservatori internazionali e nella società della più grande nazione del Sud America. Negli ultimi mesi il presidente Bolsonaro ha deliberatamentemesso in dubbiopiù voltela legittimitàdel sistema elettoralecopiando le tattiche usate daDonald Trumpnel 2020, alimentando allo stesso tempo un clima di estrematensionecon numerosi episodi diviolenza. Secondo l’Osservatorio sulla violenza politica ed elettorale in Brasilenegli ultimi 2 anni c’è statounaumentodel 23% delle violenze contro i candidati alle elezioni,con circa 214 casi accertati, inclusi 45 presunti omicidi: «Questo non è così comune in Brasile. Sebbene si abbia sempre avuto violenza politica in prossimità delle elezioni, essa era molto frammentata e riguardava più questioni locali che motivazioni nazionali. Penso che la sfida debba ancora arrivare. Dipenderà da come i bolsonaristi reagiranno a una probabile vittoria di Lula e da come reagiranno la polizia e l’esercito in caso di rivolte. La nuova polarizzazione politica che abbiamo ora in Brasile e gli attacchi contro le istituzioni sono molto pericolosi per il sistema politico», haammonitoFeliciano Guimarães, direttore delCentro brasiliano per le relazioni internazionali(CEBRI) a Rio de Janeiro. L’aumento delle tensioni è il frutto avvelenato degli ultimi anni, i quali hanno visto ladisastrosagestione della pandemia da parte di Bolsonaro, l’accelerazione delladistruzionedella foresta amazzonica, l’ascesa di molteplici forze reazionarie e le violente polemiche su gliscandaliche hanno coinvolto lo sfidante Lula, perseguito e condannato dal giudice federale Sergio Moro (successivamente nominato ministro sotto il governo Bolsonaro) e poiscagionatodalla Corte Suprema. Un clima di veleni, cospirazioni e sospetti, alimentati ad arte dal governo in carica, che hanno consentito a Bolsonaro di mantenere una solida base elettorale, anche grazie al fortissimo supporto degli evangeliciche stanno diventandola più potente forza elettorale conservatrice del Paese. Con ancora un mese di campagna politica all’orizzontemoltiattivistitemono il dilagare di ulteriori scontri, tanto che negli ultimi tempi hanno tenuto un profilo basso per paura di subire violenze da parte degli avversari: «Non ho mai provato questo tipo di paura. Dalle ultime elezioni la gioia del periodo elettorale è stata sostituita dalla paura», hadichiaratoSheila Campello, un’insegnante in pensione della capitale brasiliana.
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