Tra gli obiettivi delPNRRe quelli dell’agenda ONU 2030c’è ilraggiungimento dellaparità di genere sul lavoro. Queste disparità, infatti, costituiscono uno degli ostacoli più insidiosi per lo sviluppo sostenibile, per la crescita economica e per la lotta alla povertà. Ma come si sta muovendo l’Italia? Attraverso ildecreto interministeriale del 29 marzo 2022, che va a sostituire il precedenteDecreto Ministeriale del 3 maggio 2018, viene istituito l’obbligo per tutte le aziende con più di 50 dipendentidi redigere ilRapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile. Tale rapporto deve essere obbligatoriamente trasmessoentro il30 settembre 2022sia per le aziende pubbliche che per quelle private, in via telematica ogni 2 anni e tramite l’applicativo informatico disponibile sul portaleServizi Lavoro, operativo già dal 23 giugno di quest’anno. La mancata trasmissione comporta delle sanzioni: se l’inosservanza si protrae per oltre 12 mesi, all’azienda vengono sospesi i benefici contributivi eventualmente goduti. Inoltre, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro verificherà la veridicità dei rapporti e, nel caso in cui il report non sia veritiero o incompleto, è prevista una multa che varia da 1.000 a 5.000 euro. Un’altra grande novità introdotta, che però non rappresenta un obbligo, è lacertificazionedi genere, introdotta invece a partire dal 1° gennaio 2021 tramite l’applicazione dellaLegge n. 162/2021. In questo caso le aziende – pubbliche e private – che decidono di certificarsi potranno usufruire di una serie di vantaggi che vanno dagli sgravi contributivi a un punteggio premiale nella concessione di sovvenzioni e finanziamenti pubblici e nella partecipazione ai bandi di gare pubblici per l’acquisizione di forniture, servizi e lavori. In questo quadro, l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 Onumira al raggiungimento non solo all’uguaglianza di genere,ma anche all’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze. In particolare: 1) porre fine a ogni forma didiscriminazioneverso donne e ragazze; 2) eliminare ogni forma diviolenzanei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica; 3) eliminare ognipratica abusivacome il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili; 4)riconoscere evalorizzare la cura e il lavoro domesticonon retribuito, fornendo politiche di protezione sociale e promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie; 5) garantire piena ed effettiva partecipazione femminile epari opportunità dileadershipa ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica; 6)garantire accesso universale allasalute sessuale e riproduttivae ai diritti in ambito riproduttivo; 7) avviare riforme per dare alle donne pari accesso alle risorse economiche; 8) rafforzare l’utilizzo delle tecnologie abilitanti, in particolare letecnologie dell’informazione e della comunicazione,per promuovere l’emancipazione della donna; 9) adottare e intensificare una politica sane e una legislazione applicabile per lapromozione della parità di generedi tutte le donne e bambine.
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