Categories: Economia

Pane amaro

 

Consumi in discesa e prezzi in aumento. È così che possiamo descrivere questo 2022, specialmente l’ultimo trimestre che stiamo per affrontare. Inizia a frenare la domanda per voci che continuano a rincarare, cioè quellealimentarie per l’energia. Questo comportamento “protettivo” è destinato ad accentuarsi durante la fine dell’anno, soprattutto perché, secondo i datiIpsos, negli ultimi mesi l’inflazioneè cresciuta a livello esponenziale,diventando una delle principali preoccupazioni avvertite dalla popolazione a livello internazionale. Il consumatore è il soggetto più penalizzato da questa situazione, mentre la preoccupazione sale. Si registra un aumento di 5 punti rispetto a maggio dellefamiglie italiane insoddisfatte della propria situazione economicaportando il valore al49%e i motivi sono principalmente 2. Il primo è l’aumento del costo della vita, per cui il 60% degli italiani dichiara di vere problemi a far quadrare i conti; il secondo è lapreoccupazione per il futuro,per cui, invece, il 50% degli italiani afferma di non avere risparmi o di non riuscire a risparmiare. Nell’arco di un anno, il costo di luce e gas per una famiglia media italiana è aumentato del 160%, e secondo l’ARERA(L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è destinato a salire ancora del 100% entro la fine dell’anno. A luglio c’è stato un calo del -3,6% nel carrello e anche i consumi elettrici sono scesi del 2,6%. Dopo la ripresa degli acquisti registrata dall’Istat nel primo semestre, trainata dagli effetti post Covid, per i viaggi e l’abbigliamento, sono arrivati i primi segnali dicontrazione di consumo per i beni non durevoli.La spesa alimentare registra un marcato aumento in valore del 6,1% e una diminuzione in volume del -3,6%. Considerando la spesa annua delle famiglie, nel 2022un nucleo di 4 personesi trova a spendere soloper pane ecereali175€ in più rispetto all’anno scorso.Secondo le stimeEurostat,il prezzo del pane non è mai stato così altonell’Ue e, solo ad agosto, è cresciuto mediamente del 18% rispetto allo stesso mese del 2021. L’associazioneAltroconsumoha fatto una ricerca su 8 prodotti alimentari che si trovano sugli scaffali e 2 rappresentativi dell’orto frutta. La cosa che preoccupa di più è il divario tra i prezzi dello scorso anno e quelli dell’anno corrente. Prima la crisi economica dovuta al Covid, poi il rincaro dell’energia e la difficoltà nel reperire materie prime per la guerra in Ucraina, hanno portato i prezzi a livelli mai visti prima. La ricerca diAltroconsumoha confrontato i prezzi di ipermercati, supermercati e discount del mese di marzo con quelli del mese precedente e degli scorsi anni. 5 delle 10 categorie studiate ha subito un aumento superiore del 10%. Tra gli alimenti che hanno raggiunto le cifre più elevate troviamo la farina 00, l’olio di semi, il pane e la pasta. L’aumento dell’olio di semi è legato al conflitto in Ucraina, perché Mosca e Kiev sono grandi esportatori, tra febbraio e marzo 2022 i prezzi sono cresciuti del 15% e tra dicembre 2020 e dicembre 2021 c’era già stato un aumento del 28%. La farina 00 ha registrato un +17% in 1 anno e anche in questo caso il conflitto ha fatto alzare le quotazioni, specialmente del grano tenero. In Italia a fine marzo la quotazione ha raggiunto i 406,65€ a tonnellata, il doppio del 2019 e del 2020, secondoISMEA(Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). Per quanto riguarda il pane, l’Italia si colloca al di sotto della media Ue, ma comunque non in una buona condizione. In Ungheria l’aumento registrato è del 66%, in Lituania del 33%, in Estonia e Slovacchia del 32% e in Italia del 18%. Quindi, mentre il carrello aumenta, tutti i consumatori vanno alla ricerca dibonus e sconti per poter risparmiare.In Italia il pane ha raggiunto anche i9,80€ al kg(Ferrara, secondo il Codacons, che ribadisce come l’emergenza energetica e il conflitto siano le cause principali). Non si sono registrati rincari solo nei prodotti alimentari ma anche neiprodotti per l’igiene(+39%),per la bellezza(+39%),abbigliamento(+34%),bevande alcoliche(+39%),viaggi(+42%) eservizi finanziari(+43%). Con tutti questi aumenti è inevitabile una frenata dei consumi da parte delle famiglie, che potrebbe alimentare una recessione.

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