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Usa: si scrive sangue, si legge dollari

 

NegliStati Unitii poveri vendono (letteralmente) ilsangueper vivere. Il“mercato del sangue”statunitense vale 3,3 miliardi di dollari, secondo ilGlobal Market Insights Inc. Stiamo parlando, dice una stima diCensus Bureau,del2,69% delle esportazioni totali.Le donazioni di plasma negli Stati Uniti sono triplicate da 12 milioni all’anno nel 2006 a 38 milioni all’anno nel 2016, secondo laPlasma Protein Therapeutics Association. Allo stesso tempo, il numero di centri di donazione è raddoppiato, da 300 siti nel 2015 a oltre 600 nel 2019. Quando il plasma si trasforma in dollari NegliUsa- cheforniscono il 70% del sangue globale– è legale compensare le persone per la loro donazione.Grifols, CSL Plasma, Takeda’s BiolifeeOctapharma, i grandi centri di donazione di sangue e plasma, pubblicizzano la donazione come mezzo perguadagnare fino a 900$nel primo mese. Una cifra che poi scende per attestarsi intorno ai 30-50 dollari per ogni donazione. Considerando che procedura richiede in genere circa 90 minuti, è ben più del salario minimo federale di $ 7,25 all’ora. Si può donare fino a 2 volte a settimana, ogni settimana, per un totale di ben 104 donazioni in un solo anno. La maggior parte dei Paesi non solo vieta un corrispettivo economico per la donazione, ma stabilisce un limite massimo di una donazione a settimana o annuale, per tutelare la salute dei donatori. «Il fatto di essere stata ricompensata per la donazione mi ha fatto continuare a donare, perchénon potevo farcela altrimenti.Non potevo comprare il gas. Non potevo pagare la mia assicurazione auto. Posso guadagnare da $ 650 a $ 700 al mese», ha spiegato Teresa Clark, una donatrice di plasma, allaCnbc. Le parole di Daniel allaAbcle fanno eco:«Dono appositamente per i soldiperché lavoro con un salario minimo». Mappare l’ingiustizia Per alcune persone, donare il sangue e il plasma diventa quindi uno strumento di coping economico. Chi siano queste persone lo rivela una ricerca condotta daAnalidis Ochoa, una dottoranda in studi sociali e sociologia allaUniversity of Michgan,che assieme ai colleghi ha mappato i centri per capire se esiste unacorrelazione tra il livello di povertà della zona e gli indirizzi dei centri di donazione.Poco sorprendentemente, c’è: queste strutture sono sovrarappresentate nelle aree ad alta povertà. Secondo laAbc, addirittura quasi l’80% dei centri plasma negli Stati Uniti si trova nei quartieri più poveri d’America. Già uno studio del 2018, condotto dai ricercatori dellaCase Western Reserve University,aveva rilevato che gli stati con un numero maggiore di centri di donazione di plasma avevano anche maggiori probabilità di avere una popolazione più elevata di lavoratori a basso reddito e con salario minimo. Lo studio ha anche riscontrato una maggiore prevalenza di centri di donazione negli stati con meno assistenza in denaro disponibile per le persone a basso reddito. Una ricercatrice che ha partecipato allo studio, Heather Olsen, ha affermato che le società di donazione di plasma stanno«collocando chirurgicamente» centri di donazione in quartieripoveri. Il professor H. Luke Schaefer dellaUniversity of Michigan,coautore di$2 al giorno: vivere con quasi niente in America,ha spiegato aMintPress News:«Il massiccio aumento delle vendite di plasma sanguigno è il risultato di una rete di sicurezza inadeguata e in molti luoghi inesistente, unita a un mercato del lavoro instabile. La nostra esperienza è che le persone hanno bisogno di soldi, questo è il motivo principale per cui si presentano nei centri di donazione». La donazione di plasma sanguigno, però, ha un graveimpatto sulla salute del donatore,soprattutto per i chi dona spesso o per un lungo periodo di tempo. Uno studio del 2010 ha rilevato che i donatori frequenti hanno livelli più bassi di proteine nel sangue, aumentando il rischio di infezioni e disturbi del fegato e dei reni. Il sangue dei poveri sì, il sangue dei gay? Nì Le strategie per sopperire alla necessità di sangue e plasma, preziosissimi proprio perché non possono essere riprodotti artificialmente, ci sarebbero. Senza ricorrere allo sfruttamento dei più poveri ma, anzi, sanando una disuguaglianza sancita per legge ormai quasi 40 anni fa. All’inizio della pandemia, la carenza di sangue ha spinto laFDAad allentare le restrizioni in materia di donazione di sangue da parte di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Un retaggio della crisi dell’AIDS degli anni ‘80, durante cui la sindrome da immunodeficienza acquisita era stata identificata a tal punto con la comunità omosessuale che il primo nome utilizzato anche in ambito scientifico era GRID,Gay Related Immunodeficiency Syndrome. Nonostante le pressioni, però, laFDAnon sembra intenzionata a seguire la scienza e rimuovere del tutto il divieto. «Esiste ancora una politica del governo chestigmatizzagay, bisessualie altri uomini che fanno sesso con uomini e porta avanti questa falsa idea che ci sia qualcosa di intrinsecamente malato nell’essere gay», ha detto allaCnbcJason Cianciotto, vicepresidente delle comunicazioni e delle politiche pubbliche diGay Men’s Health Crisis. Permettere anche agliuomini che fanno sesso con uomini di poter donarerappresenterebbe un importante incremento dell’afflusso di sangue, che un rapporto del 2014 ha stimato tra il 2 e il 4% annuo.

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