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Attenti al Led

 

Nel 2014 i ricercatori Isamu Akasaki e Hiroshi Amano dell’Università di Nagoya (Giappone), insieme a Shuji Nakamura dell’Università della California, Santa Barbara,ricevonoilPremio Nobelper la Fisica «per l’invenzione di efficienti diodi a emissione di luce blu che hanno consentito sorgenti di luce bianca luminose e a risparmio energetico». È l’illuminazione aLed(Lighting Emitting Diode) come la conosciamo oggi, una rivoluzione che nel 2006valseallo stesso Nakamura la seconda edizione del premioMillennium Technologyassegnato dalla Technology Academy Finland e rivolto alle innovazioni che migliorano la qualità della vita. Fin dall’introduzione su scala industriale dellatecnologia a Lednei primi anni ‘60, ildiodo a emissione di lucegode di buona stampa grazie alle sue prestazioni in termini di durata ed efficienza. Tanto che ancora tra le “misure comportamentali” suggerite dalPiano nazionaleelaborato dal Mite contro il caro energia è citata la «sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led». Ma ora una nuovaricercapubblicata suScience Advancessembra gettare un’ombra sulla luce emessa dai diodi. «È stato riscontrato che i cambiamenti negli spettri dell’illuminazione notturna artificiale e in particolare l’aumento delle emissioni alle lunghezze d’onda blu comunemente associate all’illuminazione stradale a Led hanno unimpatto biologico sostanziale», sostengono i ricercatori dell’Università di Exeter autori dello studio. Lo studio si concentra in particolare su tre aspetti: la soppressione della produzione dimelatonina, la visibilità dellestellee la risposta fototassica degliinsetti. Se l’abbattimento dell’ormone del sonno può avere conseguenze sul ritmo circadiano di molti organismi, incluso l’uomo, la perdita di visione del cielo notturno potrebbe avere un impatto «sul senso della “natura” delle persone e del loro posto nell’universo». Infine le radiazioni di luce blu rischiano di alterare imodelli comportamentalidegli animali, inclusi pipistrelli e falene, nella misura in cui incidono sui movimenti verso la fonte di luce o lontano da essa. «L’inquinamento luminoso può avere un impatto drammatico sugliinvertebrati, indipendentemente dal modo in cui vivono la loro vita quotidiana, o anche riducendo le popolazioni di specie che vivono in habitat illuminati da luci a Led», ha dichiarato alGuardianDavid Smith di Buglife, organizzazione europea per la conservazione degli invertebrati. Tra i Paesi europei che sono passati più rapidamente al Led lo studio fa riferimento anche all’Italia.Milano, in particolare, viene citata come «la prima tra le grandi città in Europa a intraprendere una conversione totale dell’illuminazione stradale a Led bianchi». «Dovremmo considerare la luce dauna prospettiva biologica più ampiarispetto a quella dei soli esseri umani – ha aggiunto Smith –, dobbiamo concentrarci su un’illuminazione di migliore qualità che sia armoniosa con il nostro mondo naturale. Una migliore qualità e livelli di illuminazione inferiori – ha concluso – aiuterebbero a risparmiare energia e a ridurre i costi finanziari, rendendo anche il nostro ambiente più sicuro per gli invertebrati».

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