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Fuga dalla Russia

 

Trecentomila come i riservisti che il presidente russoVladimir Putinvorrebbe subito impiegare inUcrainadopo l’annuncio di mercoledì scorso dellamobilitazione militare parziale. Trecentomila come i cittadini russi che si stima abbianolasciato il Paesea poche settimane dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina dello scorso 24 febbraio: secondo ilServizio federale per la sicurezza della Federazione russa, nei primi 3 mesi del 2022 quasi 4 milioni di russi sono emigrati. Tra i motivi, la stretta sulla libertà di espressione, quella sui media, le conseguenze economiche delle sanzioni occidentali, la fuga di centinaia di compagnie internazionali, lo stop ai circuiti internazionali di pagamento. O semplicemente, essere contrari a una operazione militare speciale mai chiamata guerra. I più non avrebbero mai voluto credere alle parole di Putin pronunciate in diretta tv alle 7 del mattino del 21 settembre: «In questa situazione, ritengo necessario prendere la seguente decisione, è del tutto adeguata alle minacce che dobbiamo affrontare, vale a dire: proteggere la nostra Patria, la sua sovranità e integrità territoriale, garantire la sicurezza del nostro popolo e del popolo nei territori liberati, ritengo necessario sostenere la proposta del ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale sullo svolgimento della mobilitazione parziale nella Federazione Russa». Davanti a milioni di spettatori, Putin ripete che la mobilitazione parziale riguarderà solo i cittadini che attualmente sono riservisti, e soprattutto coloro che hanno prestato servizio nelle Forze armate, hanno determinate specialità militari e relativa esperienza. I richiamati al servizio militare, sottolinea il presidente della Federazione Russa, prima di essere inviati alle unità, verranno sottoposti a un addestramento militare aggiuntivo, tenendo conto dell’esperienza di un’operazione militare speciale. Appena finito di pronunciare le parole “mobilitazione parziale”, ivoli Mosca-Istanbul erano già sold out, così come quelli per la capitale armena Yerevan – dopo la chiusura dello spazio aereo con i paesi Ue, la Turchia, l’Armenia e la Georgia sono rimaste tra le destinazioni preferite dai russi che hanno lasciato il Paese senza dover richiedere un visto in ingresso. Prima e dopo le parole pronunciate da Putin per richiamare alle armi i riservisti, le ricerche su Google di “come lasciare la Russia” e “come rompersi un braccio” hanno registrato picchi inusuali. E allora, come lasciare la Russia? Sempre mercoledì 21 settembre Lettonia, Lituania ed Estonia, i Paesi Baltici confinanti con la Russia, hanno dichiarato che non offriranno rifugio ai russi in fuga dalla mobilitazione delle truppe di Mosca – dalla mezzanotte del 19 settembre è entrato in vigore il divieto di ingresso nellospazio Schengenattraverso i varchi di frontiera di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia per i cittadini della Federazione russa e della Repubblica di Bielorussia. Un numero di ingressi di cittadini russi, per lo più maschi, raddoppiato in Finlandia nella sola giornata di giovedì con 6.470 arrivi attraverso il confine terreste contro i poco più di 3.000 dell’inizio della settimana. Per chi rimane, la chiamata del ministero della Difesa è già arrivata: nonostante la mobilitazione parziale comporti di richiamare le persone che pur facendo parte dell’esercito perché hanno fatto il servizio militare in passato (obbligatorio per 12 mesi tra i 18 e i 27 anni) sono in congedo permanente, hanno altri lavori e, in tempo di pace, non partecipano ad attività militari, secondo le indiscrezioni del giornale indipendente Novaya Gazeta, sarebbero fino a un milione i riservisti che Mosca potrebbe riarruolare. Per i disertori, fino a 15 anni di carcere.

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