Entro il 2070, la popolazione italiana potrebbe scenderesotto i 50 milionidi abitanti, vale a dire 11,5 milioni di persone in meno rispetto a gennaio 2021 (59,2) milioni. All’incirca è come se in meno di 50 anni sparissel’intera popolazione del Belgio. È la fotografia scattata dalle ultimeprevisioniIstataggiornate al 2021, che sul futuro demografico dell’Italia parla di un «potenziale quadro di crisi». Secondo l’andamento attuale i residenti potrebbero passare da 57,9 milioni nel 2030 a 54,2 nel 2050 fino a 47,7 milioni nel 2070. Entro il 2049, spiega il rapporto, il numero deidecessipotrebbe doppiare quello delle nascite (788 mila contro 390 mila), mentre entro il 2031 l’80% deiComunivedrà diminuire la propria popolazione a causa della bassa fecondità e dell’emigrazioneinternazionale, verso l’estero, e interna, verso altri Comuni. In particolare, è atteso un calo di popolazione in 4 comuni su 5, rapporto che cresce a 9 su 10 per learee rurali, dove i Comuni con saldo negativo della popolazione sono l’86% del totale. Una questione che investe soprattutto ilSud, dove i Comuni delle zone rurali con bilancio negativo sono il 94% del totale a fronte di una riduzione della popolazione pari all’8,8%. Positivo il saldo deiflussi migratori. Entro il 2070 si prevedono 13,2 milioni di immigrati a fronte di 6,7 milioni di italiani che lasceranno il Paese. Uno scenario da prendere però «con grande cautela», allerta l’Istat, a seconda della rotta che il Paese sceglierà di intraprendere nei prossimi anni: «Da un lato quella di un Paese attrattivo, dall’altro quella diun Paese che potrebbe mutarela sua attuale natura di accoglienzaper tornare a essere un luogo da cui emigrare». Aumentano glianziani. Entro il 2050, secondo lo scenario mediano, le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,9% del totale contro il 23,5% attuale. Questo significa che per la stessa data il rapporto tra individui inetà lavorativa(15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerebbe da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno. L’Italia, spiega l’Istituto nazionale di statistica, «è già ben dentro una fase accentuata e prolungata di invecchiamento», ma il fenomeno potrebbe amplificarsi. «L’impatto sullepolitiche di protezione socialesarà importante – aggiunge l’Istat – dovendo fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente di anziani». In crescita lefamiglie, da 25,3 milioni nel 2021 a 26,3 milioni nel 2041 (+3,8%), ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo. Tradotto vuol diremeno coppie con figli: entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà. A incidere sull’incremento complessivo sono lefamiglie senza nuclei, ovvero quelle i cui componenti non formano alcuna relazione di coppia o di tipogenitore-figlio. Con un incremento del 20,5%, da 9 a circa 11 milioni nel periodo 2021-2041, tali famiglie arriverebbero a costituire il 41,4% del totale. Cresce, quindi, il numero dipersone sole. Un’evidenza determinata dall’incrocio di una serie di fattori: l’intersezione tra invecchiamento della popolazione e aumento dellasperanza di vita, il calo dellanatalità, ma anche, afferma l’Istat, l’aumento dell’instabilità coniugalee il conseguente scioglimento dei legami di coppia.
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