I cambiamenti tecnologici che hanno investito la nostra società hanno consentito di utilizzare glismartphoneper gli scopi più disparati, tra cui quello educativo. È al centro del dibattito pubblico la decisione presa da alcuni istituti divietare completamente l’utilizzo di questo device ascuola, sia per gli studenti che per i docenti. L’uso del cellulare a scuola è ancora una questione controversa. Da un lato abbiamo il progresso tecnologico che ha permesso di concentrare in un unico dispositivo le più diverse possibilità di acquisire conoscenza, dall’altro lato abbiamo i regolamenti scolastici che spesso vietano l’uso del telefono durante l’orario di lezione. Come è possibile che, dopo tutto quello che abbiamo passato in questi ultimi due anni, l’idea di sequestrare i cellulari a studenti e docenti – per dare il buon esempio – venga ritenuta un’idea innovativa? Durante la pandemia abbiamo accettato che i nostri studentiseguissero le lezioni proprio da lì,dallo smartphone, grazie al quale siamo riusciti a tenere “aperta la scuola” mentre il Governo si preoccupava di far arrivare alle famiglie bisognose device e connessione internet. Secondo i dati Istat (2019)gli italiani utilizzano per accedere alla rete soprattutto losmartphone(89,2%) e per un 45,4% il computer fisso. Il 28,3% utilizza un laptop o un notebook, il 26,1% un tablet mentre il 6,7% utilizza altri dispositivi come e-book o smartwatch. Franco Amicucci, sociologo, formatore e fondatore diSkilla, società di riferimento per le metodologie didattiche innovative in ambito digitale, nel suo libroApprendere nell’infosferadescrive laGenerazione Z iper-connessa, figlia di una generazione già digitale, dove lo smartphone prevale sul computer e dove il tempo di relazione sociale online è maggiore rispetto al tempo di relazione reale, questo prima ancora della pandemia. I ragazzi di oggi sono “rapidissimi nel passare da un ambiente all’altro, vivono in connessione continua e si adattano rapidamente ai social emergenti.” L’uso della tecnologia a scuola, oltre a essere inevitabile e urgente, dovrebbe avere lo scopo dimigliorare la qualità dell’insegnamentoe, in assenza di altro, il cellulare può dare un contributo didattico capace di espandere qualitativamente l’apprendimento. Oggi le nuove generazioni sono abituate a raggiungere informazioni in breve tempo, se non riescono a fare qualcosa guardano un tutorial su YouTube e hanno bisogno di imparare più facilmente, in modo divertente e stimolante. Quindi, quello che fino a poco tempo fa funzionava potrebbe non essere una buona alternativa oggi. Sono molte leapplicazioni a scopo educativoche possono essere utilizzate comodamente dal telefono.Kahoot, a esempio, è un’app molto utile: coinvolge il gruppo classe con giochi educativi e quiz a cui possono partecipare utilizzando lo smartphone. Aiuta a catturare l’attenzione degli studenti rendendo l’apprendimento divertente. Socrative, invece, permette di fare test veloci a feedback immediato che possono essere utilizzati anche come verifica formativa. Questi sono solo alcuni esempi ma le app dedicate all’istruzione sono tante, facilitano l’apprendimento e consentono al docente di allontanarsi dal vecchio schema della lezione frontale rendendola moltopiù partecipata. Sono ancora molte le resistenze da parte dei professionisti dell’educazione ma lo smartphone è una nuova risorsa che può rendere le classi più stimolanti e interattive. Molti insegnanti hanno difficoltà a utilizzare questo strumento per migliorare l’apprendimento dei propri studenti eimporne l’uso sarebbe sbagliato.Ma, per lo stesso principio di libertà di insegnamento che appartiene a ogni docente, sarebbe altrettanto corretto lasciare la possibilità di utilizzo agli insegnanti che si sentono a proprio agio con la tecnologia. Dirò ora una cosa scontata ma forse è bene precisare:non ci sarebbe la necessità di utilizzare il telefono se la scuola dotasse tutti glistudentidi un pc o un tablet.La realtà, però, è un’altra e in classe l’unico computer che c’è è quello del docente. La scuola dovrebbe educare gli studenti nell’uso consapevole di questo device senza doverlo chiudere nel cassetto, accorciando la distanza tra docente e discente. Non è proibendo l’utilizzo di un dispositivo che insegneremo ai nostri studenti come questo possa essere utilizzato in modo corretto e produttivo. Certo, richiede tempo, fatica ma soprattutto fiducia. Nascondere la polvere sotto il tappeto chiudendo i cellulari in un armadietto è sicuramente più facile ma in questa scelta non ci trovo nulla di educativo. Il telefono è fonte di distrazione, lo è per tutti, ma al contempo è anche unostrumento dalle infinite potenzialità,che può essere utilizzato durante le lezioni in modo proficuo, soprattutto per fare quella didattica innovativa di cui tutti parlano ma che pochi applicano.
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